Una voce dissonante sul danno esistenziale

Scritto il 07 Ottobre 2007 in Dc-Danno non Patrimoniale

Pubblichiamo la nota a Cass. n. 23918/2006, già apparsa sulla rivista Giustizia Civile, Giuffrè, 2007, f. 2, p. 373

1. Dopo le Sezioni Unite.

Un punto è certo. Da quasi un anno a questa parte, ed esattamente da quando le Sezioni Unite sono intervenute a sancire la centralità della figura del danno esistenziale, le ormai sparute voci negazioniste si ritrovano a doversi misurare con quella fondamentale pronuncia( ).

Di ciò si mostra ben consapevole la sentenza della III Sezione n. 23918 del novembre 2006, la quale – in modo a dir poco singolare – nell’autorevolissimo dictum cerca supporto alla propria inedita tesi, proponendosene quale corollario.

Senonchè, il risultato appare deludente, non potendo non cogliersi piuttosto – dal raffronto tra le due sentenze – una posizione di netta divergenza di quest’ultima pronuncia rispetto all’ orientamento delle Sezioni Unite.

Ma ciò che ancor più lascia perplessi è il contrasto netto ed innegabile (le cui ragioni, peraltro, restano oscure) tra la pronuncia novembrina e il precedente arresto della medesima Terza Sezione di cui alla sentenza n. 13546/ 2006 ( ).

Più d’uno – come vedremo- i passaggi della motivazione che non convincono, con conclusioni scopertamente dissonanti rispetto alle certezze ormai acquisite.

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