Pare proprio di sì: vivere con la pensione dei genitori è un diritto, secondo la Cassazione.
Ma a me pare che questo sia piuttosto innaturale, soprattutto se penso che quando ero bambina (parlo degli anni ’60) i giovani contribuivano al menage della famiglia con quota dello stipendio.
Sarà anche colpa della crisi economica se la Cassazione arriva a questi eccessi ma …il troppo stroppia.
Dirò la mia da giurista quando la sentenza sarà leggibile per esteso; resta il fatto però – secondo quanto leggo sui quotidiani di oggi – che questa sentenza della Cassazione (Cass. n. 14123/2011) è già oggetto di numerose critiche.
Una giovane con diploma di ragioneria, assunta a tempo indeterminato come commessa (a tempo indeterminato, sottolineo) avrebbe diritto al mantenimento da parte del padre pensionato; e questo perché il lavoro di commessa non sarebbe confacente al titolo di studio conseguito.
Ma – chiedo – secondo i giudici del Palazzaccio un adolescente che si iscrive a ragioneria, oggi, ha in progetto di fare il ragioniere? In banca magari? O presso una fiorente azienda manifatturiera che ha mantenuto la produzione in Italia? Siamo realisti, per favore.
Particolare di non poco conto, poi (secondo quanto risulta dalla stampa): la giovane ragioniera aveva rifiutato di lavorare presso l’azienda artigiana del padre, dove verosimilmente avrebbe potuto mettere a frutto il proprio diploma.
Fare la commessa, dunque, con contratto a tempo indeterminato non sarebbe sufficiente a far ritenere raggiunta l’autosufficienza economica.
Una sentenza che non aiuta i giovani, non li motiva, anzi li considera alla stregua di parassiti della società dei padri.