Ads per il consenso alla sperimentazione clinica nel malato di Alzheimer

Scritto il 24 Marzo 2010 in Amministrazione di Sostegno DC-Amministratore di sostegno (compiti)

Con un provvedimento accorto e scrupoloso, ma allo stesso tempo innovativo, il g.t. di Roma, dott.ssa Serrao, dispone l’apertura di una amministrazione di sostegno in favore di una anziana donna affetta da Alzheimer, autorizzando il nominato AdS (figlia della beneficiaria) ad esprimere consenso informato a terapie sperimentali per la cura del morbo.

Il decreto trova origine in un problematico contesto familiare, connotato dalla grave malattia degenerativa che affligge l’anziana, compromettendone la capacità di provvedere autonomamente alla cura della propria persona e dei propri interessi.

Nella situazione concreta, la patologia pregiudica non solo gli atti della vita quotidiana, ma limita, altresì, la possibilità di prestare autonomo consenso alla terapia clinica sperimentale  per la cura dell’Alzheimer.

Tuttavia, le convinzioni e lo stile di vita dell’amministranda, così come riferite dagli stessi familiari, consentono agevolmente di ritenere che essa stessa certamente presterebbe il proprio assenso alla innovativa terapia, laddove ne fosse in grado.

Valutata attentamente la situazione concreta, il g.t. di Roma ritiene la misura dell’ADS perfettamente idonea a soddisfare le esigenze di tutela dell’amministranda, date le attuali condizioni di salute dell’anziana e l’impossibilità di esprimere una volontà pienamente cosciente.

La decisione di un sostegno istituzionalizzato in favore della malata di Alzheimer palesa, così, la comprensione e condivisione non solo della ratio, sottesa alla legge n.6/2004, ma anche il profondo rispetto per le esigenze personali dell’interessata e per la dignità della stessa, consentendo un supporto efficace senza svilire o mortificare inutilmente la persona.

E infatti, conclude il g.t., ricorrono le condizioni previste dal legislatore per l’applicazione dell’ADS, in quanto misura finalizzata alla tutela, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, delle persone prive in tutto o in parte di autonomia.

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