Separazione coniugale: motivi e modalità

Scritto il 17 Gennaio 2020 in Divorzio e Separazione

Sono tanti i dubbi sulla separazione coniugale, a cominciare dalle motivazioni.

Vediamo un po’.

Motivi di separazione coniugale

Per quali motivi ci si può separare?
Non ci sono motivi validi e non; non ci sono motivi legittimi o non legittimi. Qualunque ragione che spinge i coniugi o uno di essi a chiedere la separazione deve essere considerata legittima.
Questo si spiega con il fatto che per la legge, la separazione coniugale rappresenta un diritto. Così, ha il diritto di separarsi la donna o l’uomo che scopre di essere tradito dall’altro, come pure quello dei coniugi che avverte un distacco affettivo o sentimentale nei confronti dell’altro.
I motivi di separazione possono essere innumerevoli, elencarli tutti sarebbe impossibile.
Possiamo però tentare un elenco che comprende i motivi più ricorrenti, che cioè noi incontriamo più spesso nei colloqui di consulenza in studio:

  • disinteresse del coniuge rispetto alle necessità della famiglia, materiali o morali che siano;
  • suoceri invadenti che soffocano i rapporti tra marito e moglie;
  • infedeltà anche omosessuale (cd. omoinfedeltà)
  • tradimento via chat
  • violenza fisica
  • violenza morale (il marito che svilisce la moglie, la moglie che denigra il marito)
  • espressioni di disprezzo
  • disinteresse verso l’educazione dei figli
  • debiti personali assunti perchè il coniuge ha fatto fare una firma per garanzia (in tempi non sospetti)
  • aspirazione ad una propria crescita professionale che viene impedita dall’altro
  • anni di mutismo in casa e mancanza di comunicazione
  • i figli messi contro da parte dell’altro genitore
  • la fragilità esistenziale derivata da una malattia propria o del coniuge

E l’elenco potrebbe continuare.

Separazione per infedeltà coniugale

Pur senza statistiche alla mano, possiamo sicuramente considerare il tradimento (nelle sue svariate forme) come uno dei principali motivi di separazione tra coniugi.
Oggi come oggi la rilevanza dell’adulterio nella separazione è andata diminuendo. Occorre però chiarezza su questo.
Infatti, il tradimento ha perso rilevanza come motivo di addebito della separazione, ma non come ragione per la quale ci si separa.
In altre parole, il coniuge tradito tende a preferire un buon accordo di separazione ad una guerra in Tribunale; e così a fronte di un buon assegno per sè e per i figli il coniuge tradito è disponibile “a perdonare”; non è disposto, però, a continuare una relazione che non si regge più sulla dedizione esclusiva reciproca.
Ovviamente, c’è anche chi vuole andare fino in fondo, fino alla sentenza che pronuncia la responsabilità della separazione a carico dell’altro.

Separazione coniugale e assegno di mantenimento

Addentriamoci, allora, nel tema dell’assegno di mantenimento.
Decidere di chiedere la separazione ed essere il primo a chiederla non condiziona affatto il diritto all’assegno di mantenimento.
Qualunque sia la ragione per la quale si chiede la separazione, l’assegno spetta se e soltanto se ricorrono le condizioni stabilite dalla legge. Vediamole:

a) assegno di mantenimento per il coniuge: il coniuge che non lavora o che guadagna molto meno dell’altro ha diritto a ricevere una somma mensile per il proprio mantenimento. Il coniuge economicamente più debole ha, infatti, il diritto di conservare tendenzialmente il medesimo tenore di vita precedente, che cioè godeva durante la vita matrimoniale.
Prendiamo, per esempio, la moglie impiegata part -time con uno stipendio di 900,00 euro al mese; e prendiamo il marito, dirigente d’azienda, con un’entrata mensile di 7.000,00=.
Quella moglie non potrebbe mai continuare a godere della stessa qualità di vita con il solo proprio stipendio. Ecco, allora, che la stessa avrà diritto all’assegno.
Il diritto al mantenimento spetterà, a maggior ragione, alla moglie casalinga, che sbriga a casa tutte le faccende domestiche, e si occupa dei figli.

b) mantenimento per i figli: il coniuge che continuerà a convivere con il figlio minorenne o maggiorenne ma non economicamente autonomo ha diritto di ricevere dall’altro il cd. assegno perequativo. Questo diritto non sussiste sempre, tuttavia; devono, infatti, ricorrere determinate condizioni. Soprattutto, occorre che il coniuge richiedente abbia un reddito sostanzialmente inferiore all’altro coniuge e che tenga con sè i figli per tempi più ampi dell’altro. Inoltre, deve essere tenuta in considerazione la proprietà della casa familiare.

Non ci sono, comunque, tabelle matematiche per quantificare l’assegno perequativo. Il giudice, e prima ancora, l’avvocato, stabilisce l’ammontare probabile dell’assegno mettendo insieme tutti gli elementi visti sopra; è un po’ come mescolare i vari ingredienti di una ricetta.
Talvolta i coniugi si accordano prevedendo il mantenimento diretto.
Questo significa che ciascuno dei due provvederà alla necessità dei figli nei tempi in cui li avrà presso di sè, salvo dividere al 50% o in altra percentuale le spese straordinarie (per es. spese mediche, farmaceutiche, scolastiche, sportive) e altresì alcune spese ordinarie, come abbigliamento, spese di cancelleria per la scuola. etc.
Le opzioni possono essere varie.

 

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Separazione di fatto

Per far valere i diritti che spettano come coniuge o come genitore è necessario formalizzare la separazione coniugale.
Se, infatti, ci si separa soltanto fisicamente, andando a vivere in case diverse, per la legge non vi è separazione.
E la stessa conclusione vale anche se marito e moglie decidono di vivere separati firmando tra loro un accordo privato, cioè un pezzo di carta contenente alcune regole.
Questo accordo per la legge non ha alcun valore.
Bisogna, dunque, affidarsi ad avvocati competenti per essere affiancati nella ricerca di un accordo adeguato. Dopodichè, questo accordo andrà formalizzato.

Separazione dei coniugi con negoziazione assistita

Da qualche anno la separazione legale, cioè quella che vale per la legge, si può perfezionare anche senza il Giudice.
Si parla in questo caso di separazione mediante negoziazione assistita e si tratta di una modalità piuttosto rapida. Evitando di dover andare in Tribunale per omologare l’accordo, infatti, si risparmiano molti mesi. Il tutto può concludersi anche in un mese soltanto, o comunque in poche settimane. Per fare la negoziazione assistita bisogna comunque che ciascun coniuge abbia un proprio avvocato, e questo lo prevede la legge che ha istituito la negoziazione assistita.

I diritti e i doveri di ciascun coniuge 

Può essere utile apprestare una tabella indicante i principali diritti e doveri di ciascun coniuge nella separazione.

diritti come coniuge doveri come coniuge diritti come genitore doveri come genitore
assegno di mantenimento se è il coniuge economicamente più debole corrispondere all’altro l’assegno di mantenimento se dovuto continuare ad abitare nella casa coniugale anche se di proprietà dell’altro se è il genitore cd. “collocatario” dei figli minori trasferirsi ad abitare altrove se la casa coniugale viene assegnata all’altro genitore
continuare ad abitare nella casa coniugale anche se di proprietà dell’altro se è il genitore con cui convive il figlio maggiorenne ma non autosufficiente concorrere al mantenimento dei figli
continuare ad occuparsi dell’educazione istruzione dei figli
offrire conforto morale e vicinanza affettiva ai figli, tenerli con sè nei tempi stabiliti (per accordo o dal giudice)
dialogare e confrontarsi con l’altro genitore per il bene dei figli sulle scelte da compiersi per loro

 

Modalità di richiesta della separazione

Dopo avere visto i principali diritti e doveri di ciascun coniuge e genitore nella separazione, vediamo come si procede concretamente per ottenere la separazione coniugale.
Per prima cosa, ci si rivolge ad un avvocato competente nella materia.
Non esiste un elenco ufficiale degli avvocati familiaristi. Tuttavia, già il primo colloquio che deciderete di avere con un avvocato divorzista sarà molto probabilmente significativo per farvi comprendere di chi si tratta. A volte, come succede con il medico, è questione di ‘pelle’, ma sarete sicuramente in grado di cogliere se siete nel posto giusto dall’approccio che l’avvocato avrà durante il colloquio.
Comunque, l’avvocato che avrete scelto promuoverà una trattativa con l’altro coniuge e il suo avvocato.
La trattativa servirà a far venir fuori le rispettive richieste e posizioni.
Alla trattativa, se si concluderà con un accordo, seguirà la redazione dell’accordo da parte degli avvocati, e quindi, la sua firma.

Infine, l’accordo sarà approvato dal Giudice, salvo che si opti per la negoziazione assistita, come abbiamo visto sopra. In questo caos, l’accordo di separazione sarà concluso validamente con la firma di esso davanti agli avvocati, i quali pure dovranno sottoscriverlo. Poi seguiranno attività complementari da parte degli avvocati, ma la separazione sarà già valida ed operante al momento della firma.