Separarsi in Comune conviene?

separarsi davanti al Sindaco
Scritto il 11 Maggio 2022 in Divorzio e Separazione

Separarsi in Comune, cioè davanti al Sindaco, è oggi una possibilità concreta in Italia. Ma soltanto a certe condizioni che vedremo in questo articolo.
Ma, separarsi in Comune conviene?
Ti rispondo subito dicendo che dal punto di vista economico sì conviene.
Questa risposta, tuttavia, richiede delle precisazioni.

Sì, perchè separarsi significa attraversare un momento delicatissimo della propria vita e occorre evitare di compiere passi falsi.
Allora, prima di tutto per separarsi in Comune occorre trovarsi in determinate condizioni personali stabilite dalla legge.

Le condizioni per separarsi in Comune

Precisamente, i coniugi che intendono separarsi senza l’ausilio dell’avvocato, rivolgendosi al Sindaco::

– non devono avere figli minorenni;
– non devono avere figli maggiorenni ancora bisognosi delle cure e del mantenimento dei genitori.

In altre parole, ci si può separare davanti al Sindaco soltanto se la coppia non ha figli o ha figli adulti indipendenti.
Se però i figli minori o non indipendenti sono figli di un solo coniuge, perché nati da una sua precedente relazione,  la separazione davanti al Sindaco è possibile.

I coniugi poi:

– non devono avere rapporti patrimoniali da regolare.

Così, per esempio, non potrà essere compresa nell’accordo di separazione che si formalizza davanti al Sindaco la cessione da un coniuge all’altro di un immobile o di una quota immobiliare.
Queste cessioni, a titolo oneroso o gratuito che siano, spesso vengono effettuate proprio nell’accordo di separazione essendovi significative agevolazioni fiscali a favore delle parti.
In Comune queste operazioni non possono avvenire. E non varrebbe la pena decidere di separarsi soltanto e di procedere in un secondo momento all’operazione patrimoniale, poiché in tal caso si perderebbero le agevolazioni fiscali.

 

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Cosa può fare il Sindaco e cosa non può fare

Considera poi che il Sindaco o suo delegato non potrà fare altro che ricevere un accordo già raggiunto tra marito e moglie.
Il Sindaco non potrà cioè dare consigli sul contenuto dell’accordo di separazione. Non può farlo perché la legge non lo consente e inoltre perché egli non fa l’avvocato, ma semplicemente rappresenta l’istituzione che recepisce la volontà di marito e moglie di separarsi.

I coniugi, pertanto, potranno arrivare davanti al Sindaco dopo avere raggiunto l’accordo da soli o dopo essersi avvalsi della consulenza di un avvocato di fiducia per mettere a punto un accordo valido e adeguato per entrambi.

Le insidie del separarsi da soli in Comune

Nel primo caso, essi non potranno avere la certezza che quanto tra loro deciso funzionerà al meglio. Essi potrebbero pensare di avere preparato un accordo perfetto, privo di insidie, equilibrato.
Ma non è detto che le cose stiano così.
Pensa che il significato di una frase può cambiare totalmente a seconda di come viene scritta.
Si deve poi prestare molta attenzione agli obblighi che si assumono e alle rinuncie che si fanno sottoscrivendo quel determinato accordo.
Il giorno dopo potrebbe essere tardi e Vi potreste accorgere di avere compiuto scelte affrettate e sbagliate.
Torniamo, allora, alla domanda che ci siamo fatti all’inizio: conviene separarsi in Comune?
La risposta è: dipende, o se preferite, non conviene sempre!
Quando si firma bisogna essere sicuri che si firma un accordo regolare e rispondente alle proprie esigenze e ai propri diritti. E questa valutazione dovrebbe essere fatta insieme all’avvocato di fiducia.

Un caso concreto di separazione in Comune con qualche inconveniente

Qualche settimana fa si è rivolta a me una signora separatasi in Comune. La coppia ha un figlio disabile, maggiorenne ma bisognoso di mantenimento e di assistenza. La madre ha acconsentito (non mi soffermo qui sui motivi) a scrivere nell’accordo che non vi erano figli non indipendenti e in tal modo ha rinunciato all’assegno di mantenimento per il figlio. Ora, non ha le risorse economiche sufficienti per mantenere quel figlio.
Il mio consiglio è, allora, quello di chiedere una consulenza all’avvocato matrimonialista prima di recarsi in Comune per firmare un accordo che segnerà il tuo futuro.