Decidere di separarsi a 50 anni è spesso complicato per ragioni personali e psicologiche.
Ma, ci chiediamo, una volta presa la decisione, separarsi a questa età potrà risultare più difficile?
Dobbiamo chiederci, prima di tutto, perché ci si separa a 50 anni, dopo magari lunghi anni vissuti insieme?
Separarsi a 50 anni: le possibili cause
Le cause sono le più diverse. E, in base alla mia esperienza, tra i primi posti c’è l’insorgere di una difficoltà di comunicazione tra marito e moglie. E spesso questa incomunicabilità è dovuta al fatto che l’avere cresciuto i figli ha sottratto linfa vitale alla coppia.
Così, non poche coppie di cinquantenni si ritrovano a vivere il cd. matrimonio bianco, cioè senza più una vita intima e senza avere più molto da dirsi.
In altri casi, le ragioni della crisi coniugale sono legate alla scoperta dell’infedeltà dell’altro, scoperta che viene favorita dallo spiare il cellulare del coniuge o i profili social.
E mettiamoci pure l’invadenza dei suoceri che, alla lunga, è diventata insopportabile, specie quando ormai ti è chiaro che la tua dolce metà non ha fatto proprio nulla per prendere le distanze dai propri genitori e salvare l’intimità del vostro nido!
Separarsi a 50 anni è più facile o più difficile?
Ebbene, dal punto di vista della legge, separarsi a 50 anni è più facile o più difficile?
E i diritti e i doveri che nascono dalla separazione sono gli stessi rispetto alle separazioni che avvengono in fasce d’età più giovani?
Mantenimento del coniuge
Riguardo al mantenimento in favore del coniuge, valgono ovviamente le stesse regole senza alcuna differenza legata all’età.
Tuttavia, il fatto di avere 50 anni può incidere, all’atto pratico, sul diritto del coniuge economicamente più debole a percepire il mantenimento e sull’obbligo dell’altro coniuge di corrisponderlo.
Prendiamo una moglie priva di occupazione lavorativa o con un reddito molto inferiore a quello del marito (o viceversa, chiaramente). In un caso del genere, il giudice riconoscerà alla moglie il diritto a ricevere un assegno di mantenimento.
E l’ assegno che verrà previsto difficilmente potrà essere revocato, essendo improbabile che una cinquantenne disoccupata, che non abbia mai lavorato o abbia sempre svolto lavori saltuari, possa ora trovare un’ occupazione stabile o più redditizia.
Una donna più giovane avrebbe, indubbiamente, più chances di reperire un lavoro o un lavoro più remunerativo.
Questa conclusione non vale, d’altra parte, nell’eventualità in cui il coniuge obbligato a corrispondere l’assegno perda a sua volta il lavoro o magari (essendo più anziano) vada in pensione riducendo, di conseguenza, il proprio reddito.
I figli sono grandi
A parte questo aspetto del mantenimento per il coniuge più debole, va detto che la separazione in questa fascia d’età sarebbe semplificata dal fatto che i figli potrebbero essere maggiorenni.
E ciò significa che non dovranno essere discusse né decise dal giudice le questioni relative all’affidamento e ai tempi di permanenza dei figli presso i rispettivi genitori. I figli maggiorenni decideranno, infatti, autonomamente con chi stare e quando.
D’altra parte, nella maggioranza dei casi, i figli maggiorenni saranno ancora studenti, e dunque andrà affrontata e definita tra i due coniugi la questione relativa al loro mantenimento.
In definitiva, dunque, separarsi a 50 anni non è molto diverso che farlo a 30 o 40.
Qualora, tuttavia, la coppia non abbia figli ancora minorenni, l’iter della separazione potrà essere più semplice, con una trattativa più rapida e un accordo più facilmente raggiungibile.
La questione fondamentale da decidere riguarderà l’eventuale assegno di mantenimento per il coniuge che con il proprio reddito non sia in condizione di continuare a mantenere lo stesso tenore di vita avuto in costanza di matrimonio.
E il futuro?
Chiarito questo, se ti stai chiedendo “Farò bene o male a separarmi adesso che di acqua ne è già passata sotto i ponti”, beh io non posso obiettare nulla, perché la verità è soltanto dentro di te.
Posso dirti, d’altra parte, che sebbene tu sia ancora giovane e aitante (nessun dubbio al riguardo), la prospettiva futura su cui ragionare è quella della terza età.
E allora devo metterti in guardia rispetto ad un rischio:
supponiamo che, separandoti, tu ottenga il diritto di ricevere dal tuo coniuge l’assegno di mantenimento. E supponiamo anche che il tuo coniuge vada in pensione dopo la separazione, ricevendo la liquidazione del trattamento di fine rapporto! In questo caso, tu potresti chiedere un aumento dell’assegno, ma non avresti diritto di ricevere un quota della somma liquidata come TFR.
Diversamente, se tu fossi anche divorziato/a e titolare di un assegno divorzile, allora avresti diritto ad una quota dell’indennità di fine rapporto.
Pertanto, sarebbe prudente e opportuno pensare se sia il caso di compiere anche questo passo!
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