Abbandono del tetto coniugale: quando si verifica?

addebito per abbandono del tetto coniugale
Scritto il 12 Dicembre 2024 in Divorzio e Separazione

Quando scatta l’abbandono del tetto coniugale? 

Sono in tanti a chiedermi quando scatta l’abbandono del tetto coniugale.
Detto in altri termini, la questione è se vi sia un numero di giorni in cui un coniuge può allontanarsi da casa senza rischiare di vedersi addebitare la separazione.

Andarsene e non tornare

Andare via di casa per due o tre giorni o anche per una settimana non può essere considerato abbandono del tetto coniugale. Ma questo non dipende dal numero dei giorni in cui si rimane assenti da casa.

Ciò che fa la differenza è la volontà, ovvero il motivo per il quale si decide di andare via dalla casa coniugale.

Andarsene e non tornare, questo è il vero abbandono del tetto coniugale.

Si ha abbandono se il coniuge rientra di tanto in tanto? 

Sì, abbandono si ha anche quando il coniuge se ne va via da casa e vi ritorna di tanto in tanto, giusto per creare l’apparenza di non avere abbandonato il domicilio domestico.

Ci sono casi di allontanamento definitivo che non integrano l’abbandono del tetto coniugale? 

Sì, anche un allontanamento definitivo potrebbe essere legittimo e, dunque, non configurare motivo di addebito.
Questo si verifica allorquando marito e moglie concordano tra loro di distanziarsi dal punto di vista fisico ed abitativo. L’importante è che entrambi siano d’accordo sul fare questo, nel qual caso si ha una separazione di fatto.

L’abbandono del tetto coniugale è reato? 

E’ bene sapere che l’abbandono del tetto coniugale non è un reato, cioè non integra un illecito penale.
Ci sono persone convinte di poter o dover denunciare il coniuge per abbandono del tetto coniugale. Ebbene, devi sapere che una denuncia del genere è del tutto inutile e non serve a nulla.
A meno che all’allontanamento da casa si aggiunga il far mancare i mezzi di sostentamento alla famiglia.
Questo sì è un reato ed è punito severamente.

Tuttavia, fai attenzione, il fatto che l’abbandono del domicilio domestico non sia un reato non significa che esso costituisca un comportamento libero e legittimo. Poiché, infatti, coabitare con la propria dolce metà è un obbligo giuridico che si assume con il matrimonio, andarsene da casa per non rientrarvi significa non rispettare un obbligo matrimoniale.
E questo può, allora, portare all’addebito della separazione e, come abbiamo visto in un altro video, alla perdita del diritto all’assegno di mantenimento a carico del coniuge ‘datosi alla fuga’.

Anche il convivente, cioè chi non è sposato, deve rispettare l’obbligo di coabitazione? 

No, i conviventi non hanno obblighi giuridico tra di loro, in particolare non hanno l’obbligo di coabitazione.

 

  • Consulenza legale online con lo Studio Legale Rita Rossi

 

Riepilogo

Ricapitoliamo, allora:

– se uno dei coniugi si allontana per qualche giorno o anche per una settimana ma poi rientra a casa, non c’è abbandono del tetto coniugale. Per scrupolo, è bene che chi si prende questa pausa dalla vita di coppia lasci un messaggio, indicando quando farà rientro;

– se l’allontanamento da casa prosegue nel tempo fino a diventare di settimane o mesi e senza che venga comunicata la data del rientro, allora si tratta di abbandono del tetto coniugale;

– se l’allontanamento è definitivo, ma voluto da entrambi i coniugi, o, perlomeno, se esso è autorizzato dall’altro coniuge, allora non si ha un allontanamento colpevole che possa condurre all’addebito della separazione;

– se l’allontanamento è provocato da gravi comportamenti dell’altro coniuge, come violenze fisiche o morali, allora è legittimo. Occorre, però, comunicare all’altro per iscritto il motivo che lo ha reso necessario.
Meglio ancora sarebbe depositare il ricorso per separazione giudiziale e contestualmente allontanarsi da casa;

– se, invece, l’allontanamento da casa viene imposto da un coniuge che accompagna all’uscio l’altro, dotandolo di bagaglio con tutti gli effetti personali, allora chi è stato costretto a lasciare l’abitazione coniugale dovrebbe subito contestare il comportamento altrui. Ma sia chiaro, in questo caso, non  c’è comunque l’obbligo di andarsene, anzi!

Ecco quando l’abbandono del tetto coniugale può costare l’addebito della separazione

Schematizzando ulteriormente, possiamo dire che l’abbandono del tetto coniugale diventa causa di possibile addebito della separazione quando:

– è accompagnato dalla volontà di andarsene per sempre

– manca una giusta causa, come le violenze dell’altro o il deposito del ricorso per separazione giudiziale o, comunque, l’esistenza di una crisi della coppia divenuta insuperabile e insostenibile

– manca un accordo in tal senso o comunque manca l’autorizzazione del coniuge che rimane in casa.

Chiaramente, l’abbandono del tetto coniugale non è più tale quando nel giudizio di separazione, il giudice, alla prima udienza, autorizza i coniugi a vivere separati.

Guarda il video!

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