Trib. Min. Bologna, 21 ottobre 2010, pres. rel. Stanzani
Anziché recepire acriticamente la richiesta della Procura di limitare la potestà genitoriale, affidando la minore (di sette anni) al Servizio Sociale e attribuendo al servizio medesimo la decisione sul collocamento più idoneo, il Tribunale per i minorenni di Bologna (presidente estensore, il bravo Guido Stanzani) imbocca una direzione un po’ (tanto, in realtà) diversa.
Il giudice reputa opportuno approfondire prima la conoscenza della situazione familiare, e valutare se davvero esista una concreta situazione di rischio per la minore.
L’incarico al Servizio assume, dunque, contorni del tutto diversi rispetto alle intenzioni del pubblico ministero.
Gli operatori sociali dovranno, infatti, valutare la situazione di vita della bambina, analizzare le capacità genitoriali e il senso delle responsabilità in capo a ciascun genitore, nonché individuare le eventuali situazioni di rischio per la minore.
All’esito, la relazione dovrà essere trasmessa al tribunale, il quale adotterà i provvedimenti opportuni alla luce delle risultanze.
Decisioni di questo genere non sono numerose presso il t.m. di Bologna, data l’ormai arcinota propensione a limitare la potestà dei genitori (e altresì, non di rado, ad allontanare i bambini dalla famiglia d’origine) prescindendo da verifiche accurate.
Eppure, è sufficiente leggere questo (pur breve) provvedimento per rendersi conto di quanto sia facile – solo che lo si voglia – garantire le prerogative fondamentali della persona, come quelle facenti capo all’art. 30 Cost., ovverossia il diritto alla genitorialità e altresì il diritto (consacrato nell’art. 111 Cost.) ad un processo giusto.