Il demansionamento produce danno esistenziale

Scritto il 15 Luglio 2009 in Dc-Danno non Patrimoniale

Il Tribunale di Reggio Calabria, est. Morabito, risarcisce il danno esistenziale da demansionamento.

Su un piano generale precisa che seppure il risarcimento del danno non patrimoniale complessivo e finale liquidabile è uno ed uno solo, secondo l’assunto delle Sezioni

Unite, è parimenti evidente che tale unico risarcimento è frutto di più componenti, anche molto diverse fra loro, non frazionabili all’esterno (non sarà quindi possibile riconoscerle come autonome “voci” di danno, separabili e scomponibili), “si presentano come componenti dell’unico risarcimento globale e complessivamente liquidabile. Componenti delle quali non potrebbe omettersi la menzione e le ragioni di determinazione, almeno nel corpo della motivazione con cui si riconosce il ristoro totale; a prezzo, in caso contrario, di privare le parti di ogni verifica sul procedimento logico di determinazione di esso, sottraendo la liquidazione ad ogni obbligo di motivazione e di controllo dell’operato del giudice, di cui non sarebbe in alcun modo verificabile l’eventuale arbitrarietà delle determinazioni“.

Se dal demansionamento consegue un danno biologico, il danno esistenziale va risarcito in via autonoma, trattandosi di un danno professionale, quindi di altra natura, e non dunque una mera “personalizzazione” di quello psicofisico.

Per la determinazione del danno esistenziale da demansionamento, il Tribunale assume come paramento di base l’importo di € 40,00 al giorno, importo accostato dal giudice a quello stabilito per il danno biologico temporaneo dall’art. 139 comma 2^ del D. Legisl 209/2005. Nella fattispecie il giudice ha determinato il danno esistenziale in misura pari a ¾ dell’importo dovuto a titolo di danno biologico assoluto giornaliero, quindi in misura pari a € 30 al giorno.

 

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