Il tribunale civile di Milano, subito dopo il processo penale riguardante la vicenda di una ragazzina milanese ripetutamente violentata dal 2001 al 2003 da ragazzi poco più grandi, ha condannato i genitori per non aver dato “educazione dei sentimenti e delle emozioni” nel rapporto con l´altro sesso, e di non aver dato “quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche di sentimento e di sesso, con l´altra e con l´altro”.
Alla base delle accuse la stessa testimonianza resa dai ragazzi: “Asettica – scrive il giudice relatore – con parole non espressive di emotività, usando per la ragazza espressioni che evidenziano come nessuna considerazione vi fosse per la persona”. Per questo motivo tutti i genitori dei ragazzi sono stati condannati a risarcire la vittima, per la somma di 450.000 euro, anche in relazione ai “turbamenti psichici” legati alla “consapevolezza di essere stata lesa nell´inviolabile diritto alla libertà sessuale”. A seguito della vicenda, la ragazza aveva abbandonato la scuola, per cui si è rilevata anche la “riduzione di possibilità nel lavoro”. Tutti i genitori vanno condannati, anche quelli separati, perché, per il giudice, “il legislatore riconosce al coniuge non affidatario non solo il diritto, ma anche il dovere di vigilare sull´educazione del figlio”.
Il testo della sentenza è tratto da adiantum.it