I bambini di Bibbiano

Scritto il 28 Ottobre 2019 in Diritto di Famiglia

I bambini di Bibbiano cosa serberanno nel loro cuore? E gli altri bambini, i compagni di classe, gli amici?
E la gente di Bibbiano, i grandi? Come avranno cercato di spiegare ai loro piccoli figli il male commesso? Lo avranno fatto? E i maestri, a scuola, avranno stimolato una discussione liberatoria con i loro alunni?
Le campane delle chiese avranno trafitto il cielo con un sordo rintocco di dolore?

Un tg ha trasmesso un servizio su Bibbiano, dove l’autore si chiedeva come il paese vivesse l’accaduto;  e concludeva – pensate- con la celebrazione della cucina e dei vini emiliani!

Il dolore si rimuove, si sa; forse perchè si deve sopravvivere anche all’orrore. 

Non esiste un delitto contro l’infanzia più aberrante della pedofilia; eppure, quanto successo a Bibbiano merita lo stesso biasimo, la stessa condanna. 

Un progetto nefando e terribile è stato ideato e messo in atto, “in concorso morale e materiale“, come leggo nell’ordinanza del GIP di richiesta di applicazione delle misure cautelari.

 

È stato detto e scritto che il sistema è sano. 

 

 

Ebbene, io dico che fin quando ci sarà anche un solo bambino violato in questo modo,  nei propri affetti, nell’innocenza, il sistema non è sano!
Non è sano un sistema in cui taluno, trovando legittimazione stessa nel sistema (e mi riferisco all’art. 403 c.c. e alla sua applicazione troppo disinvolta), sottrae i bambini ai propri genitori, li sottopone ad interrogatori tendenziosi per indurli a dire che i genitori hanno abusato di loro o li hanno abbandonati.

Non è sano un sistema di protezione dell’infanzia che autorizza i Servizi Sociali ad allontanare i bambini da papà e mamma senza alcun previo accertamento; senza prima ascoltare i genitori; senza un provvedimento del Tribunale che li autorizzi a tanto dopo un’istruttoria doverosa ed approfondita. Non è sano un sistema in cui gli allontanamenti effettuati dai Servizi Sociali vengono ratificati senza alcuna istruttoria approfondita, oltretutto mediante decreti provvisori che non sono appellabili.

Di sicuro non è sano un sistema politico-amministrativo che cerca di minimizzare la gravità di tali attentati all’infanzia.

La Regione Emilia-Romagna ha istituito una commissione d’inchiesta sul caso “Angeli e demoni“; ebbene, la commissione si è affrettata a comunicare che “non esiste nessun sistema emiliano-romagnolo che ha come obiettivo primario quello di allontanare i minori dalle proprie famiglie, ma esistono a Bibbiano dei casi in cui qualche anomalia si è verificata e sui quali la magistratura sta svolgendo il suo lavoro”.

E ci mancherebbe che  l’obiettivo del sistema fosse quello di allontanare i minori dalle proprie famiglie!

Ma siamo sicuri di poter parlare di “qualche anomalia”, quando un intero gruppo di operatori – 27!!! –  è stato messo sotto accusa? 

Non abbiamo udito parole di sconcerto nè di biasimo da parte delle istituzioni, non un pensiero istituzionale rivolto ai bambini di Bibbiano, non abbiamo udito parole di rassicurazione sul fatto che bisognerà impedire in tutti i modi che simili cose accadano ancora; soltanto l’apologia del sistema.