Gli incontri tra genitori e figli vanno garantiti anche al tempo del Covid ?
E’ questa una delle questioni più dibattute in questa primavera che difficilmente dimenticheremo.
Nelle ultime settimane, infatti, dato il divieto di spostamento imposto per legge per sconfiggere il virus, i genitori separati si interrogano e talvolta litigano.
Posso andare a prendere mio figlio?
Incontrare mio figlio rientra tra le ragioni di necessità che mi consentono di derogare al divieto di spostamento?
E se non vado a prenderlo, rischio di essere denunciato perché non rispetto le regole della separazione?
Queste sono solo alcune delle domande che ci sono state poste.
C’è poi anche chi si è ritrovato a fare i conti con i comportamenti ostruzionistici del genitore collocatario; e a causa di questo ha visto completamente interrotta la frequentazione con il figlio.
Come spesso accade, i Tribunali mostrano orientamenti tra loro discordanti.
La decisione del Tribunale di Milano: sì agli incontri
Per il Tribunale di Milano (11.03.2020) la frequentazione dei minori con ciascun genitore non è interrotta dall’emergenza sanitaria. I provvedimenti che disciplinano la frequentazione devono, dunque, continuare ad essere applicati.
E infatti:
a) le restrizioni alla libertà di movimento non possono incidere sulle regole dell’affidamento e della collocazione dei minori; nessuna “chiusura” di ambiti regionali può giustificare violazioni di provvedimenti di separazione o divorzio vigenti;
b) le F.A.Q. della Presidenza del CDM (Decreto #IoRestoaCasa) hanno precisato che gli spostamenti «per raggiungere i figli minori presso l’altro genitore o presso l’affidatario sono sempre consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione e divorzio».
Si noti che il Tribunale di Milano ha deciso rapidamente, senza prima sentire le ragioni della madre. Ciò fa comprendere che il giudice lombardo non ha avuto il minimo dubbio sulla giustezza del principio affermato; fatte salve, naturalmente, le dovute precauzioni da parte degli adulti.
Incontri tra genitori e figli sospesi dal Tribunale di Bari
Di segno opposto la decisione del Tribunale di Bari (26.03.2020). Sospesi gli incontri tra il bambino e il padre non collocatario.
Una madre ha chiesto la sospensione degli incontri padre-figlio, dato che il padre abitava in un comune diverso.
Ecco le motivazioni della decisione barese:
- gli incontri dei minori con genitori dimoranti in comune diverso non realizzano le condizioni di sicurezza e prudenza volute dal Governo;
- al rientro del minore presso il genitore collocatario, il minore potrebbe contagiare le persone che vivono con il genitore collocatario;
- il diritto – dovere dei genitori e dei figli minori di incontrarsi, nell’attuale momento emergenziale, sarebbe recessivo rispetto alle limitazioni alla circolazione delle persone e al diritto alla salute, sancito dall’art. 32 Cost..
La sola possibilità di scambio consentito nel caso barese è la videochiamata.
La decisione del Tribunale di Napoli: come Bari
Da Bari a Napoli. Con un provvedimento sempre del 26 Marzo 2020, il Tribunale di Napoli ha sospeso la frequentazione tra i minori e il padre non convivente.
Secondo il Tribunale di Napoli, la frequentazione va sospesa alla luce dei rischi connessi allo spostamento dei minori in questo periodo di emergenza sanitaria. La frequentazione va, pertanto, esercitata e garantita mediante colloqui da remoto, anche a mezzo di videochiamata, con cadenza quotidiana, secondo l’orario che i genitori decideranno.
La decisione del Tribunale di Reggio Emilia: dad no locked down
E veniamo all’ultimo provvedimento, che riguarda un caso trattato dal nostro studio. La madre decideva unilateralmente di interrompere la frequentazione tra il minore e il padre residente a Bolzano; e ciò faceva approfittando dell’emergenza sanitaria in corso per ostacolare il rapporto tra il bambino e il padre.
Con provvedimento del 4 Aprile 2020, su ricorso del padre, il Tribunale di Reggio Emilia ha invitato la madre ad attenersi alle disposizioni contenute nel provvedimento vigente; ed ha accorpato in un unico periodo di 10 giorni consecutivi le giornate perse dal padre per limitare al minimo gli spostamenti.
Il Tribunale di Reggio Emilia ha osservato che:
- le regole già precedentemente stabilite dal mantengono la loro efficacia anche nell’attuale contesto di emergenza sanitaria;
- il dissenso della madre alla frequentazione tra padre e figlio si fondava soltanto sul generico rischio di contagio derivante dallo spostamento;
- il fatto che la trasferta del minore sarebbe avvenuta in auto in compagnia del solo padre non determinava un aumento di tale rischio;
- naturalmente entrambi i genitori dovevano adottare tutte le cautele del caso.
Il Tribunale emiliano, dunque, fa propria la strada tracciata dal giudice lombardo; riafferma con forza il diritto dei minori a continuare a frequentare entrambi i genitori anche in tempo di CoVid-19.
Si tratta di una decisione importante perché non abdica alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone durante questa emergenza. Una decisione che mette ancor più in risalto l’ inadeguatezza di altre soluzioni (come quelle di Bari e Napoli) a preservare i fragili e difficili equilibri faticosamente raggiunti. (Sara D’Angeli)