La vicenda muove da una diagnosi psichiatrica a carico della madre, compiuta a seguito di una serie di condotte inadeguate di questa.
Il bambino viene, così, collocato in una struttura protetta, e in occasione degli incontri, la madre mostra forte opposizione e aggressività contro gli operatori, in presenza del piccolo.
Osserva il giudice d’appello: “Non rileva che (…) l’aggressività della madre, rilevata nella fase del collocamento in struttura col figlio, fosse diretta agli operatori e non al bambino. I comportamenti osservati sono gravi, tali da non lasciare spazio all’ipotesi che la (madre) possa apprestare un ambiente sufficientemente sereno, adeguato alla crescita del figlio”.
A convincere la corte della necessità di confermare la dichiarazione dello stato di adattabilità del minore è, altresì, il fatto che un atteggiamento così fortemente oppositivo contrasterebbe l’attuabilità stessa di interventi di sostegno.
Il testo della sentenza è tratto da giuraemilia.it