Un ragazzo di diciannove anni rimane vittima di gravissime lesioni che, dopo pochi giorni, gli provocano l’inevitabile decesso, in conseguenza di un incidente stradale avvenuto in pieno centro di Mestre-Venezia, ascrivibile a totale responsabilità del conducente della vettura investitrice.
Con una pregevole sentenza il Tribunale di Venezia affronta il delicatissimo e dibattuto tema del risarcimento del danno da morte, innovando la tradizionale impostazione della giurisprudenza di legittimità, da più parti ritenuta inattuale e non soddisfacente in considerazione della suprema rilevanza del bene della vita e della mancanza di adeguata tutela risarcitoria nel caso di danno da morte cagionato da terzi.
Secondo l’orientamento maggioritario, in presenza di un fatto lesivo della salute cui consegua il decesso immediato della persona offesa, nessuna perdita può verificarsi a suo carico in quanto egli ormai non è più in vita.
Il giudice veneziano critica tale impostazione sulla base di profonde considerazioni di natura scientifica, filosofica e giuridica.