I costi della separazione giudiziale e la parcella dell’avvocato

Scritto il 04 Giugno 2019 in Divorzio e Separazione

Oggi parliamo dei costi della separazione giudiziale e della parcella dell’avvocato; è un tema molto gettonato in questo momento.

La vita costa cara, le cose da pagare sono tante, e poi…pagare per separarsi, che seccatura!!!

Un mio collega ripeteva spesso che quando qualche cliente si lamentava delle spese per la separazione lui rispondeva con un’altra domanda: “Lei ricorda quanto ha speso per sposarsi?”

Io trovo questo approccio un po’ impolite (come direbbero gli Inglesi) cioè poco educato o comunque poco opportuno.

Chi affronta la separazione attraversa una fase della vita non proprio piacevole: e allora perché proporre un confronto con il momento in cui quel rapporto stava vivendo i giorni più rosei?

Ma evidentemente quel collega intendeva dire che la separazione è un passaggio importante della propria vita e, come tale, va affrontato in modo serio.

Affrontarlo in modo serio non vuol certo dire spendere per forza un sacco di soldi; significa però che è più che consigliabile affidarsi ad avvocati competenti ed esperti.

Innanzitutto: è chiaro a tutti di cosa parliamo quando ci riferiamo alla separazione giudiziale nel 2019?

La separazione giudiziale è un tipo di separazione che riguarda le coppie sposate. Essa si distingue dalla separazione consensuale perché non è basata su un accordo tra i coniugi ma viene decisa dal giudice.

I casi in cui si ricorre alla separazione giudiziale sono i seguenti:

– quando i coniugi non hanno raggiunto un accordo, neppure con l’aiuto dei propri avvocati e allora è inevitabile che a decidere sia un terzo, il giudice appunto;

– quando uno dei coniugi ha causato la crisi della coppia con comportamenti che comportano violazione dei doveri matrimoniali (fedeltà, coabitazione, assistenza morale e materiale, collaborazione nell’interesse della famiglia) e si desidera ottenere una pronuncia di addebito a suo carico. Tornerò tra poco sulla separazione con addebito;

– quando ci sono contrasti forti e insuperabili sull’affidamento dei figli minori o sul loro luogo di vita (la cosiddetta “collocazione”) o sui tempi di permanenza con papà e mamma, o sul loro mantenimento;

– quando i contrasti riguardano l’assegnazione della casa coniugale o il mantenimento per uno dei coniugi;

– quando si sceglie di volersi separare giudizialmente.

 

Ma cosa vuol dire scegliere di separarsi giudizialmente?

La separazione giudiziale comporta un iter più lungo e generalmente più costoso della separazione consensuale.

Chi può essere quello stolto che fa una scelta più costosa e più incerta?

Eppure queste persone esistono e non sono per forza stolte.

Devo dire che nella mia esperienza ho constatato più di una volta che le persone o almeno una di loro intende talvolta continuare il rapporto con l’altro coniuge anche nella separazione; e stare in giudizio per due o tre anni può significare continuare ad avere a che fare con l’altro, magari in via indiretta tramite l’avvocato, ma anche con occasioni di contatto diretto.

Ecco questo può essere uno dei motivi per cui taluno sceglie la separazione giudiziale, come pure nel caso in cui non si vuole dare soddisfazione all’altro coniuge che vuole la separazione e allora lo si osteggia e gli si impone il percorso più lungo e costoso.

 

I tempi della separazione giudiziale

E’ impossibile dire quanto può durare una separazione giudiziale: si potrebbe dire che la durata media è di 2-3 anni, ma la durata effettiva dipende da molti fattori.

Se, per esempio, nella causa verrà fatta una consulenza tecnica per valutare in modo approfondito quale debba essere la sistemazione più adeguata per i bambini, allora l’iter si allungherà anche di 5 o 6 mesi.

Se poi ci saranno testimoni da ascoltare, bisognerà mettere in conto altri mesi ancora.

Tenete conto, comunque, che la lunghezza della causa di separazione giudiziale dipende da come è fatto il sistema processuale italiano: si pensi che normalmente tra un’udienza e l’altra passano mesi, e ci sono delle udienze tecniche obbligate.

Per udienze tecniche intendo quelle in cui si presentano i difensori, mentre per i diretti interessati si tratta di udienze insignificanti, nelle quali cioè non succede niente di rilevante.

Ad ogni modo, di tutto questo si occuperà il Vs. avvocato, che provvederà volta per volta ad aggiornarvi.

 

Separazione giudiziale con addebito

Accennavo prima alla separazione con addebito (qui potete leggere questo articolo che ho scritto qualche tempo fa su questo argomento).

L’importante è sapere che l’addebito è qualcosa che viene scritto nella sentenza di separazione e soltanto nella sentenza di separazione.

Dunque c’è un legame molto stretto ed esclusivo tra separazione giudiziale e addebito.

L’addebito non può venire stabilito per accordo tra i coniugi, dato che ben difficilmente qualcuno accetterebbe di sottoscrivere di essere responsabile per la fine dell’unione coniugale.

Magari qualcuno accetterebbe anche di assumersi la responsabilità, pur tuttavia la legge non consente che l’addebito venga pronunciato su accordo delle parti. L’addebito non può poi venire dichiarato dopo la separazione né, tantomeno, nel divorzio.

Ma cosa scriverà esattamente il giudice nella sentenza di separazione a questo proposito? Egli scriverà una frase molto semplice di questo tipo: “pronuncia l’addebito della separazione a carico di Tizio“ spiegando i motivi per i quali questo addebito viene pronunciato.

 

Ma come si fa a stabilire se è il caso di chiedere l’addebito?

Qui il discorso si farebbe lungo. Quello che è importante sapere è che l’addebito si ottiene soltanto se il coniuge che lo chiede riesce a dimostrare che l’altro non ha osservato almeno uno dei doveri coniugali e che a causa di ciò ha messo in crisi il rapporto di coppia, in una crisi irreversibile si intende.

Occorre altresì dimostrare che invece il proprio comportamento è stato ineccepibile o, perlomeno, che non è stato tale da causare a sua volta la crisi dell’unione. Ci sono casi in cui l’addebito viene pronunciato a carico di entrambi i coniugi.

In definitiva, dunque, se intendo ottenere l’addebito a carico di mio marito o di mia moglie devo per forza di cose procedere con la separazione giudiziale e chiederlo espressamente.

Il giudice non potrebbe mai prendere l’iniziativa se nessuno dei giudici lo richiede. Se, invece, io fossi il coniuge che non si è comportato bene verso l’altro e dunque corressi il rischio di subire l’addebito, dovrei cercare di arrivare in tutti modi ad un accordo; e questo ovviamente per evitare il contenzioso che potrebbe sfociare nella dichiarazione di addebito.

La valutazione sul da farsi ovviamente deve essere compiuta insieme al proprio avvocato di fiducia, competente e con esperienza in questo settore.

 

 

  • Consulenza legale online con lo Studio Legale Rita Rossi

 

 

I costi della separazione giudiziale

L’argomento costi della separazione giudiziale è collegato a quello dell’addebito. Vediamo subito perché.

Il coniuge a carico del quale viene pronunciato l’addebito della separazione viene normalmente condannato a rifondere all’altro le spese legali, cioè le spese che l’altro avrà sostenuto per l’assistenza del proprio avvocato. Quanto ho appena detto non è del tutto esatto!

Infatti, le spese legali da rifondere non saranno esattamente quelle che il coniuge vittorioso avrà realmente corrisposto al proprio difensore, ma saranno quelle che il giudice liquiderà sulla base dei parametri predisposti dal ministero della giustizia.

Questi parametri indicano gli importi minimi che il giudice dovrà liquidare e generalmente, per una causa di separazione, si parte da un minimo di 3.000/4.000 euro fino ad importi anche molto più elevati che superano i 10.000 euro. Questi, ripeto, sono le spese legali che il coniuge che subisce l’addebito potrebbe trovarsi a dover rimborsare all’altro.

La condanna alle spese legali può anche prescindere dall’addebito e dipendere semplicemente dal fatto che le domande proposte vengono rigettate dal giudice.

Se, per esempio, la moglie chiede un assegno di mantenimento per se stessa ma questa domanda viene respinta, ella dovrà essere condannata alle spese legali per la relativa soccombenza.

Molte volte il tribunale compensa le spese della causa di separazione.

Questo si verifica quando vengono rigettate sia tutte o alcune delle domande proposte da un coniuge, sia tutte o alcune delle domande dell’altro; in questi casi si parla in gergo di “soccombenza reciproca”.

Riuscire ad evitare una soccombenza anche soltanto parziale dipende molto dalla capacità dell’avvocato di valutare se sia opportuno o meno insistere su determinate domande quando diventa sufficientemente chiaro che le stesse non potranno essere accolte dal giudice. Quindi il bravo avvocato deve saper suggerire al proprio cliente la scelta tatticamente più opportuna. Normalmente lo scenario diventa chiaro all’avvocato dopo lo svolgimento della fase istruttoria, dopo cioè che si sono formate le prove.

Vi assicuro che a conti fatti è molto meglio evitare la condanna alle spese piuttosto che insistere su richieste che non hanno chance di accoglimento soltanto per non dare soddisfazione all’altra parte!

 

La parcella per la separazione giudiziale

E continuiamo parlare dei costi della separazione giudiziale.

Eccoci, allora, alla parcella del vostro avvocato, cioè le competenze che gli spettano per l’assistenza che Vi ha prestato.

Oggigiorno, gli studi legali chiedono un acconto iniziale e propongono un preventivo che può essere accettato o meno dal potenziale cliente.

Noi cerchiamo di costruire insieme al cliente il preventivo e questo è uno dei passaggi fondamentali per costruire la fiducia con il proprio assistito.

È ormai finito il tempo in cui non si parlava di spese legali fino alla fine quando arrivava la famosa parcella che spesso si presentava alquanto salata e insostenibile per il comune cittadino.

Costruire un preventivo è un momento delicato e importante e noi dedichiamo sedute specifiche a questo se ciò si rende necessario.

Come già ho scritto riguardo alla separazione consensuale, anche nella separazione giudiziale l’ammontare delle competenze legali dipende da vari fattori e quindi non lo si può indicare ad occhi chiusi. Diffidate di coloro che Vi indicano così su due piedi un preventivo complessivo per una causa di separazione giudiziale senza avere prima compreso di quale complessità è la causa che si annuncia.

Se questo preventivo fosse piuttosto basso si correrebbe il rischio di vedersi comunicare, strada facendo, la necessità di una o più integrazioni successive.

Tenete conto, ad ogni modo, che in base ai parametri ministeriali una causa si snoda in quattro fasi: c’è la “fase di studio“, la “ fase introduttiva“, quella “di trattazione e istruttoria“ e la “ fase decisionale“.

Queste quattro fasi non hanno tutte la stessa consistenza in termini di attività da svolgere; e non hanno neppure la stessa durata. Di conseguenza i valori previsti nei parametri sono diversi per ciascuna.

Non è detto, poi, che dette fasi siano tutte necessarie. Il giudizio potrebbe anche concludersi nella prima fase o nella seconda o nella terza, se, per esempio, si arrivasse ad un accordo.

Come ho già scritto altre volte e come dico sempre, io e miei collaboratori cerchiamo sempre fino all’ultimo di raggiungere un accordo.

Il giudizio poi potrebbe anche svolgersi in sole tre fasi, come accade quando non ci sia necessità di una fase istruttoria. E ancora se la fase di trattazione/ istruttoria si rivelasse molto breve l’importo delle competenze legali potrebbe essere significativamente abbassato.

Come vedete i casi sono tanti, le variabili pure e dunque la cosa migliore è sedersi faccia a faccia e costruire insieme questa benedetta parcella tanto temuta.

C’è poi una spesa cosiddetta “viva” da affrontare che è il cosiddetto contributo unificato, che si paga all’inizio e va allo Stato; esso ammonta a 98 € e rappresenta praticamente ciò che va pagato per i servizi delle cancellerie.

Bene spero che questo mio articolo sia piaciuto e sia tornato utile in qualche modo per orientarvi al meglio nella vostra decisione. Io sono qua per qualsiasi necessità chiamatemi o scrivetemi.