Come separarsi se hai figli e il coniuge non vuole

come separarsi
Scritto il 13 Maggio 2019 in Divorzio e Separazione

Come separarsi? C’è una differenza fondamentale tra decidere di separarsi e passare all’atto pratico. La decisione di volersi separare, infatti, si forma dentro di noi, è soltanto nostra; prendere l’iniziativa della separazione vuol dire “uscire allo scoperto”. 

Prendere l’iniziativa significa, in altre parole, comunicare la propria decisione alle persone più vicine e fidate, quindi rivolgersi ad un avvocato, comunicarlo al coniuge e poi ai figli e poi agli amici, ai colleghi di lavoro, magari anche al proprio capo, agli insegnanti dei bambini.

Una decisione assolutamente privata e personalissima – “mi separo” – diventa così un fatto pubblico.

I dubbi non mancano mai e arrivano proprio quando si tratta di passare all’azione: è davvero giunto il momento di separarsi ? Sarà giusto per i figli ? Come reagirà l’altro coniuge?

Ecco, queste sono indubbiamente preoccupazioni importanti e più che comprensibili.

 

Motivi della separazione

A volte mi viene chiesto di valutare se le ragioni che spingono a separarsi sono buoni motivi per farlo. L’avvocato non può stabilire questo. L’avvocato non può dire se nel tuo caso concreto sia giusto separarasi o no! L’avvocato non può nemmeno dire quando è meglio separarsi. L’avvocato può assisterti e darti i consigli giusti se tu hai deciso di separarti o se sei intenzionato a farlo.

Del resto, posso dire in base alla mia esperienza che quando separarsi fa bene al singolo interessato, questi è il primo a capirlo.

Ci sono motivi giusti per separarsi e motivi che non giustificano una separazione?
La risposta è no. Se decido di sposarmi ho i miei motivi del tutto personali per farlo; lo stesso vale per la separazione e per il divorzio.

Una cosa deve essere subito chiara: l’avvocato in quanto tale non può suggerire ad una persona di separarsi o meno. La decisione di separarsi è, infatti, del tutto personale e non può venire condizionata dall’esterno; soprattutto, non può essere condizionata da chi è invece chiamato dalla legge a prestare la propria assistenza tecnica per consentire di concretizzare la decisione già presa dall’interessato/a.

Se dunque un avvocato Vi dovesse consigliare di chiedere la separazione o di non chiederla, prendendo posizione su una decisione fondamentale per la vostra vita, ebbene, sappiate che non si sta comportando correttamente.

Mi è capitato tante volte di ricevere persone che avevano già deciso di separarsi e che, addirittura, erano restie a esplicitare le ragioni della loro decisione.

In questi casi, io ho rispettato il loro riserbo, ed ho prestato loro l’assistenza necessaria sotto l’aspetto tecnico-giuridico per addivenire alla separazione.

Ma succede anche che arrivino persone che hanno maturato l’intenzione di separarsi eppure non trovano la forza di passare all’iniziativa vera e propria né di comunicare al coniuge questa decisione.

Questa è una situazione non facile da affrontare, per la ragione che ho detto. Intendo dire che in casi come questo bisogna stare molto attenti a non far prevalere il proprio convincimento sul da farsi e a fare in modo che sia l’interessato a decidere.

Le situazioni della vita familiare sono, comunque, del tutto eterogenee e diverse tra loro.

Come scriveva Tolstoy in Anna Karenina, “le famiglie felici si assomigliano tra loro, mentre quelle infelici lo sono a modo loro” .

 

L’altro coniuge non vuole separarsi

Se entrambi i coniugi sono intenzionati a separarsi, tutto sarà più semplice.

Ma, se lui o lei non intende proprio separarsi, come fare?

Gli scrupoli di coscienza si fanno sentire: “Voglio separarmi da mio marito ma non voglio farlo soffrire”. “Voglio separarami da mia moglie ma temo che avrebbe una reazione molto negativa”.  “E’ pur sempre il padre (la madre) dei miei figli”. “La colpa è mia e allora non voglio farle/fargli mancare niente”.

E nei casi più gravi il dubbio potrebbe anche riguardare la possibile reazione dell’altro: reagirà male, in modo violento? “Una volta mi disse che se chiedo la separazione, mi toglierà i figli”, e via dicendo.

Ecco, allora, come fare:

– se ne hai già parlato con l’altro incontrando il suo consenso, informalo in ogni caso che Ti sei rivolto ad un avvocato, magari anche proponendogli di avvalervi dell’assistenza di un unico legale (non si può fare sempre, ma talvolta sì). L’assistenza di un unico avvocato è possibile quando si segue la via tradizionale della separazione consensuale davanti al giudice. Diversamente, per la separazione consensuale mediante negoziazione assistita è necessario che ciascun coniuge abbia un proprio avvocato.

– se ne hai già parlato con l’altro ma questi ti ha detto chiaramente che non intende separarsi e che farà di tutto per impedirtelo, comunicagli con calma e senza esitazioni che la tua decisione è presa. Poi, informalo di nuovo con gentilezza che Ti sei rivolta ad un avvocato che si occupa di separazioni, e che gli arriverà un invito per un incontro tra Voi e i rispettivi difensori. Tranquillizzalo/a sul fatto che non vuoi creare problemi e che vuoi fare tutto il possibile per raggiungere un accordo;

– se, dati i trascorsi di violenza domestica, temi che l’altro possa reagire male, mettendo a repentaglio la tua incolumità, o quella dei figli, allora cerca di scegliere il momento e il modo più opportuno per comunicarglielo. Consultati prima con il tuo avvocato e non fare mosse azzardate. 

 

Separarsi di fatto prima che legalmente

Se puoi, in questi casi, separati di fatto, prima ancora che legalmente. Cerca cioè di allontanarti per un periodo dalla casa familiare, comunicandolo formalmente e spiegando le ragioni. Questo è importante per non incorrere nel rischio di addebito della separazione.

Quando dico “formalmente” intendo dire che la comunicazione va fatta con lettera raccomandata e deve avere un contenuto ben preciso. Parole e frasi che tu consideri opportune potrebbero invece prestare il fianco ed essere utilizzate contro di te in un eventuale contenzioso. Dunque, non prendere nessuna iniziativa in autonomia ma fatti guidare dal tuo avvocato.

Se non hai la possibilità di allontanarti, ci penserà sempre il tuo avvocato a mettere in guardia l’altro coniuge sulle possibili conseguenze di eventuali comportamenti non proprio rispettosi.

Appena due giorni fa, ho incontrato una signora sposata da oltre venticinque anni, madre di due figli maggiorenni. Si presenta accompagnata dalla figlia primogenita.

Una storia di contrasti e di violenza fin dall’inizio del matrimonio; un marito padrone, sempre pronto a svilirla, mai riconoscente: parole pesanti, offese gratuite, silenzi cupi, botte. Lei ha sempre sopportato pur di far crescere i figli. Le chiedo perché si rivolge ad un avvocato soltanto adesso.

La risposta non si fa attendere: “siamo in pensione da due anni; prima potevo sopportarlo perché c’erano tante cose da fare; adesso stiamo in casa tutti e due per tutto il giorno e io non ce la faccio più. L’altro giorno mi ha chiesto così all’improvviso: ma quand’è che muori?”

Mi chiede quali sono i suoi diritti e io le rispondo. Il suo sguardo si illumina ed è pronta a procedere; ma i dubbi sembrano prevalere: come reagirà il marito quando gli arriverà la lettera; come potrà fare con i soldi fin quando non interverrà la separazione; come potrà rimanere in casa condividendola con lui ancora per un po’ di tempo.

Parliamo a lungo, cerco di tranquillizzarla affrontando uno ad uno questi interrogativi. Lei ora sa di avere un riferimento.

 

La separazione consensuale

Quello che soprattutto mi preme far capire a quella donna dagli occhi spenti e lo sguardo avvilito è che la separazione, oggigiorno, si può concludere anche velocemente, con un accordo; che questo accordo può essere raggiunto con una trattativa seria e un confronto serrato ma aperto con l’altra parte e che la legge ha pensato un po’ a tutte le possibili conseguenze.

Quanto ai timori per le reazioni dell’altro, ci sono gli strumenti per reagire prontamente. Certo, l’imponderabile nessuno potrebbe evitarlo, ma – devo dire – le reazioni violente dopo avere ricevuto la lettera dell’avvocato per la separazione non sono all’ordine del giorno; questo per una ragione banale: l’altro, il potenziale “aggressore” è ben consapevole di essere già in una fase “vigilata”.

 

 

  • Consulenza legale online con lo Studio Legale Rita Rossi

 

 

Separazione e figli minorenni

Come fare, d’altra parte, quando le preoccupazioni riguardano il futuro dei figli minorenni?

Occorrerà certamente che i bambini lo sappiano, ma come dirglielo? “Riuscirò a vederli e stare insieme a loro come prima?  Dovrò andarmene da casa? E se il giudice affidasse i bambini a lui/lei perché sono stato io a voler fare questa separazione?”

Dubbi crescenti che affollano inesorabilmente la mente.

“Come faccio?” Ecco la domanda banale ma che nasconde tutta l’angoscia del momento.

Non si può certo negare che quando si hanno figli piccoli la separazione può diventare anche complicata e finire in un contenzioso.

E non vi è dubbio che in casi del genere le domande e i quesiti rivoltimi dalle persone meritano tutto l’approfondimento e la considerazione possibili.

Se ci sono figli minorenni, infatti, bisognerà decidere questioni importanti quali: la loro residenza ovvero l’abitazione in cui continueranno a vivere stabilmente; i tempi di permanenza con mamma e papà; il contributo al loro mantenimento che dovrà essere dato da entrambi i genitori.

Queste sono le questioni normali, cioè quelle che dovranno in ogni caso essere decise nella separazione in presenza di figli minorenni.

E anche in questi casi io suggerisco sempre di cercare prima di tutto un accordo: e questo sia per i tempi e costi ma ancor prima perché trovare un accordo significa ristabilire rapporti equilibrati tra gli adulti con tutto beneficio dei figli.

Sul come dirlo ai figli, un modo c’è ma richiede la collaborazione dei genitori. Si tratta, infatti, di comunicarlo insieme, mostrandosi sereni e trasmettendo loro un messaggio rassicurante: “mamma e papà non si trovano più tanto bene insieme e hanno deciso di abitare in due case diverse”. Mamma e papa ci saranno sempre con voi ma in un modo un po’ diverso, e voi avrete due case”. È chiaro che le parole vanno adeguate alla situazione, ma il concetto è questo.

Di fronte, poi, alle loro domande, occorre rispondere senza raccontare bugie o mezze verità. Vanno anche evitate le accuse reciproche o affermazioni che alludono a colpe dell’altro. 

 

Come separarsi con figli maggiorenni

La separazione di genitori di figli adulti potrebbe semplificare le cose ma anche complicarle. Dipende da cso a caso. La presenza dei figli maggiorenni potrebbe da un lato semplificare le cose ma anche all’opposto complicarle. Cerco di spiegarmi.

I figli maggiorenni potrebbero essere anche indipendenti economicamente oppure avere creato una loro famiglia; potrebbero, pertanto, vivere da soli in un’altra casa senza dipendere materialmente dai genitori.

Questa situazione facilita enormemente la separazione perché non si dovrà decidere nulla per quanto riguarda i figli. 

Seconda ipotesi: il figlio maggiorenne potrebbe essere ancora studente o privo di un’occupazione lavorativa e dunque dipendere economicamente da genitori. In questi casi bisognerà stabilire il contributo al mantenimento dovuto da ciascun genitore, come per i figli minorenni.

Non si dovrà, invece, decidere nulla sull’affidamento ne sui tempi di permanenza presso i rispettivi genitori; e questo per ovvi motivi, dato che ormai essi decidono da soli dove e con chi stare.

Il figlio maggiorenne non autonomo potrebbe, d’altra parte, costituire l’ago della bilancia per l’assegnazione della casa familiare ad un genitore piuttosto che all’altro. Egli, infatti, potrebbe decidere di voler continuare a vivere con il padre, piuttosto che con la madre o viceversa; questo andrà a determinare quale dei due genitori manterrà il diritto di continuare a vivere nell’abitazione familiare.

 

Separazione con figli, a chi va la casa

La questione della casa familiare è spesso una delle più spinose.

La legge prevede, infatti, che essa debba venire assegnata al genitore che continuerà a vivere prevalentemente con il figlio.

E questo vale sia in presenza di figli minori, sia di figli maggiorenni ma economicamente non autonomi, ad esempio figli studenti universitari.

Questo induce, talvolta, un genitore o anche entrambi a fare di tutto per guadagnarsi il desiderio del figlio di  vivere con sé.

Comportamenti come questo potrebbero essere giudicati male dal punto di vista morale; è vero d’altra parte che ci sono famiglie in cui la destinazione abitativa della casa conta davvero molto; e ciò in termini sia di conforto esistenziale, sia di sicurezza economica.

 

Come separarsi consensualmente

Arrivati a questo punto dell’articolo è sufficientemente chiaro che gli aspetti da decidere sono tanti e delicati.

Ma il mio scopo non è quello di farvi assalire dall’inquietudine, quanto piuttosto di convincervi che trovare un accordo è la cosa migliore, nella maggior parte dei casi.

Tante volte le persone hanno come il timore di separarsi consensualmente. Esse pensano, infatti, che chiedere la separazione sia comunque una colpa e non un diritto. Per questo, sembra loro impossibile che ci si possa separare consensualmente e che possa essere evitata la causa.

Così, accade talvolta che le persone rinuncino a chiedere la separazione e che vivano come separati in casa anche coin figli.

Questa è la scelta peggiore che si possa fare. Vivere come separati sotto lo stesso tetto è l’occasione per il crearsi di mille equivoci, per mille occasioni di litigio, per un’atmosfera davvero triste per i propri figli e per se stessi. Non fatelo, pensate che la vita è una e non può essere sciupata in questo modo.

 

Come separarsi velocemente

E ho già già spiegato in un altro articolo che la separazione consensuale può essere anche molto veloce. Vi rimando dunque a quell’articolo.

 

Rifiuto della separazione

Ormai tutti sanno che la separazione è un diritto; ma molti sono ancora convinti di potersi opporre ad essa o temono che l’altro coniuge possa farlo. Nulla di più sbagliato.

Ci sono diritti che nulla e nessuno potrebbe ostacolare.

Questo vale, ad esempio, per il matrimonio, per la volontà di donare un bene o di fare un testamento, o di riconoscere un figlio nato fuori dal matrimonio.

E questo vale anche per la decisione di separarsi e di divorziare.

Nessuno potrà impedirVi di farlo, e ovviamente non potrà impedirvelo il Vs. coniuge.

 

Separarsi senza avvocato

Ma è possibile separarami senza avvocato? Questa è un’altra domanda che mi viene posta talvolta. Spesso la ragione di questa domanda è legata alla necessità di risparmiare. Ci sono, in effetti, situazioni in cui il problema non è tanto quello di volersi separare ma quello di separarsi senza soldi.

Distinguiamo le due situazioni. Esse, infatti, non vanno di pari passo.

E’ possibile separarsi senza avvocati quando i coniugi:

  • non hanno figli minorenni
  • non hanno figli ancora bisognosi delle cure e del mantenimento dei genitori
  • hanno figli adulti che vivono per conto loro
  • non hanno rapporti patrimoniali da regolare.

In questi casi ci si può rivolgere al Comune.

Attenzione, però. Il Sindaco non potrà fare altro che ricevere un accordo già preso tra marito e moglie. E qui sta il rischio. I due coniugi  potrebbero pensare di avere preparato un accordo perfetto, privo di insidie, equilibrato. Ma non è detto che le cose stiano così.
Gli avvocati esistono da sempre proprio perchè le persone hanno bisogno di essere tutelate. E questo vale anche per gli accordi. Pensate che a seconda di come una frase viene scritta può cambiare totalmente il suo significato. E poi non è soltanto questione di come scrivere i patti. Bisogna fare molta attenzione anche agli impegni che si prendono e alle rinunce che si fanno. Il giorno dopo potrebbe essere tardi e Vi potreste accorgere di avere compiuto scelte affrettate e sbagliate.