Disconoscere un figlio significa ottenere una sentenza del Tribunale che dichiara, a tutti gli effetti di legge, che il bambino o giovane nato durante il matrimonio, non è in realtà figlio biologico del marito.
La sentenza di disconoscimento fa venir meno il legame giuridico tra il figlio e il padre putativo e quest’ultimo è liberato da ogni obbligo genitoriale nei confronti del primo.
Come si fa per disconoscere un figlio?
Per poter disconoscere un figlio nato in conseguenza dell’adulterio della moglie occorre provare che la moglie ha avuto una relazione o un incontro sessuale con un altro uomo. Ma non solo. Occorre anche dimostrare che si trattò di un incontro sessuale idoneo a determinare il concepimento del figlio che si vuole disconoscere.
Non basta avere il semplice sospetto del tradimento e non basta neppure dimostrare che la moglie ha avuto un’infatuazione o una frequentazione con il terzo.
Ma, dimostrare il vero e proprio adulterio è davvero difficile.
Vediamo più da vicino come affrontare le possibili situazioni.
Caso in cui la moglie confessa l’adulterio
Potrebbe succedere che la moglie confessi l’adulterio. Più precisamente, la moglie potrebbe ammettere di avere avuto almeno un rapporto sessuale con un altro uomo in un periodo di tempo compatibile con la data di nascita del figlio.
In tal caso, il marito dovrebbe convincere la coniuge a sottoporsi concordemente all’ esame del DNA e scoprire insieme la paternità biologica del nato.
Qualora i dati dell’esame escludano il legame biologico tra coniuge della madre e figlio, il marito potrà presentare un ricorso al Tribunale chiedendo, appunto, il disconoscimento.
La moglie potrà a sua volta presentarsi nel giudizio affermando che il figlio è figlio di un altro uomo.
A quel punto verrà ripetuto l’esame del DNA tramite un esperto nominato dal tribunale stesso. Se i risultati saranno nel senso della incompatibilità genetica, il tribunale emetterà la sentenza di disconoscimento.
Caso in cui la moglie non confessa l’adulterio
Potrebbe però succedere che il marito nutra il sospetto dell’adulterio della moglie, ma che questa non lo ammetta.
Mi è capitato un caso in cui il mio assistito aveva cominciato a dubitare che il bambino di due anni fosse figlio proprio. Egli aveva, infatti, ricevuto degli sms da uno sconosciuto il quale sosteneva di essere il vero papà del piccolo.
In una situazione del genere, il marito avrebbe serie difficoltà a dimostrare l’adulterio, dato che i messaggi ricevuti dal terzo uomo non sono sufficienti a tal fine.
Il marito potrebbe, allora, sottoporre ad un laboratorio di analisi un campione salivare o capillare del “figlio”; e in caso di conferma del proprio sospetto, potrebbe iniziare il giudizio di disconoscimento che abbiamo visto poco fa.
Ci sono dei tempi perentori per chiedere il disconoscimento
La cosa più importante da tenere presente è che il marito deve assolutamente iniziare il giudizio entro termini rigorosi. Se questi termini non verranno rispettati, egli non potrà più ottenere il disconoscimento della propria paternità.
Il termine da rispettare è un anno dalla conoscenza che il marito abbia avuto dell’adulterio della moglie. Pertanto:
- se la moglie confessa l’adulterio, l’anno si calcola dalla confessione e sarà bene, pertanto, dotarsi di una confessione scritta o perlomeno audio registrata;
- in mancanza di confessione, il termine di un anno decorre comunque dalla conoscenza dell’adulterio della moglie. Non basta un semplice sospetto. Dato però che è difficile, e in certi casi impossibile, dimostrare l’adulterio, allora ti consiglio di procedere il prima possibile all’esame del DNA. Se il responso escluderà l’esistenza del legame biologico tra te e tuo figlio, allora è il caso di rivolgersi sollecitamente all’avvocato per l’avvio della causa di disconoscimento;
- nell’ipotesi in cui il marito abbia avuto conoscenza dell’adulterio prima della nascita del bambino, allora l’anno si calcola dalla nascita di questi.
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