La sottrazione internazionale di minore non è un evento raro, purtroppo.
ecco, da Brescia una storia da incubo.
Il caso di Massimiliano è “da manuale”, e purtroppo abbastanza diffuso.
I servizi sociali hanno un ruolo particolare nella vicenda.
Ecco un commento di Massimiliano a distanza di anni: “Ancora oggi non riesco a darmi una valida e seria motivazione di come il tutto possa essere finito, bruciato, ridotto in granellini di sabbia…”
Esordisce così, Massimiliano. “Dalla mia relazione con una donna rumena era nata la mia bambina. Tutto andava per il meglio, ero orgoglioso è felice di avere una famiglia, un lavoro sicuro, di vivere nella più assoluta serenità anche con qualche sacrificio ma ciò non mi pesava. La Madre da un giorno all´ altro, non so bene il perchè, cominciò a dare segni di insofferenza e cercò qualunque strategia perchè io cedessi ad una separazione con trasferimento di mia figlia in Romania….”.
Un film già visto, ma il seguito è anche peggio.
La madre della bambina, di fronte alla determinazione di Massimiliano, si rivolge velocemente alle assistenti sociali, dichiarando falsamente che lei e la bambina vivevano in uno stato di assoluto terrore, a causa delle violenze dell’uomo.
Ora, va detto che Massimiliano fa la guardia giurata e, per motivi di lavoro, gira armato.
Ma questo fatto è determinante nel giudizio delle solerti operatrici….Senza alcun contraddittorio, le operatrici inviano madre e figlia presso una casa accoglienza per madri in difficoltà.
La ricerca delle informazioni (funzione che i servizi sociali sono tenuti a svolgere)…pura fantasia. Non c’è tempo, il “mostro” è anche armato !
Così comincia il calvario dei colloqui con i servizi, lunghi e ben distanziati nel tempo.
Però, più passavano i giorni e più le assistenti si rendevano conto di entrambi quanto la madre le avesse raggirate, venendo alla luce le falsità. Nel frattempo fioccano le denunce, tante da compromettere il posto di lavoro del padre. E siccome KafKa la sapeva lunga, in ossequio ai romanzi di sua grande memoria, La prefettura sospende Massimiliano dal servizio, ritirando l´arma in quanto indagato. In più, egli rimane senza retribuzione per 4 mesi, fino a quando un PM si rende conto che la querela sporta dalla compagna è palesemente falsa e archivia tutto. La madre, vedendosi alle strette, carica la bimba su un tir e scappa dalla casa accoglienza. Il padre aveva segnalato varie volte le sue intenzioni di fuga, ma gli assistenti sociali avevano sempre minimizzato. Dopo la penosa trafila giudiziaria (convenzione dell´Aja, denunce per sottrazione internazionale di minori, per calunnia e diffamazione), il Tribunale dei Minorenni decreta l´affidamento esclusivo al padre con ordine di rimpatrio. Ma per far valere questo decreto in uno stato europeo bisogna che la medesima sentenza venga emessa anche nello stato dove è stato portato il minore. Così la corte d´appello di Bucarest, interpellata sulla vicenda, decreta il rimpatrio della bambina in Italia, in quanto in capo alla madre viene riconosciuto il reato di sottrazione internazionale. Vengono concessi 3 mesi per riportarla finalmente presso l´abitazione paterna, ma, dopo un finto ricovero della figlia, e dopo l´ennesimo rifiuto davanti al rappresentante consolare italiano recatosi appositamente dalla madre per prendere accordi sul rientro, accade l´incredibile: la Corte di Appello di Brescia modifica il decreto del tribunale dei minori, concedendo l´affidamento esclusivo alla madre, con permanenza in Romania, e il diritto di visita al padre più, ovviamente, il mantenimento. E´ inaccettabile, è il caso di dirlo, come si possa premiare chi ha commesso un reato, violato le leggi europee, sottratto una bambina dalla sua casa allontanandola dagli affetti più cari. E´ una decisione finisce con l´istigare al reato, e creare nuove sacche di impunità. Sembra un contagio, uno dei peggiori. L´impunità è un virus, che per sopravvivere si moltiplica all´infinito. Brutta cosa, brutta davvero. La cura è ancora tutta da inventare.