Come capire se c’è alienazione parentale nel tuo caso, sì proprio nel tuo caso?
La parola ‘alienazione parentale’ genera confusione e anche tifo da stadio, tra detrattori e sostenitori della sua esistenza.
Se vuoi meglio comprendere che cos’è l’alienazione parentale, allora ti consiglio di guardare questo video.
Spesso i problemi di relazione con il proprio figlio minore non sono alienazione parentale
Qui vediamo come si può capire se l’alienazione parentale esiste in un caso concreto.
Ma, attenzione, ti devo mettere in guardia da un rischio, che è quello di confondere le cose.
Partiamo da un punto fermo, che potrebbe sembrare ovvio ma non lo è: incontrare ostacoli e difficoltà nel rapporto con il proprio figlio minorenne non significa per forza che è in atto un’alienazione parentale.
Questo va chiarito perchè mi capita spesso di incontrare genitori in studio i quali sono già certi, in cuor loro, di trovarsi vittime di alienazione genitoriale. Dopodichè, approfondendo il discorso, mi trovo a concludere che il problema lamentato non presenta le caratteristiche dell’alienazione parentale!
Come si fa, allora, a capire se ci si trova di fronte ad un’alienazione parentale?
La questione è complessa perchè si tratta di ricercare le vere cause della difficoltà di rapporto tra il genitore separato e il figlio minore.
Ho sentito più di una persona affermare in modo sicuro e perentorio: “Mio figlio è alienato”, “mia moglie ha fatto di tutto perché mi rifiutasse e c’è riuscita”.
In quei casi, ho vagliato uno per uno i cd. sintomi di una possibile alienazione. Ma questo non basta.
Intendo dire che neppure l’avvocato esperto della materia può stabilire con certezza se l’alienazione parentale è presente nel caso sottopostogli.
Una risposta plausibile richiede il concorso di più elementi: da una parte i comportamenti del bambino, cioè i fatti; dall’altra, l’accertamento dello psicologo che si occupa di dinamiche familiari.Non puoi però condurre tuo figlio da uno psicologo se non hai il consenso dell’altro genitore.
E, allora, il rischio è quello di ritrovarsi in un vicolo cieco, con il dubbio che cova dentro di te e l’impossibilità di prendere iniziative
A chi rivolgersi per capire se è in atto un’alienazione parentale.
L’alienazione parentale è un problema della relazione tra genitore e figlio, che scaturisce da una separazione personale molto conflittuale.
Pertanto, le figure professionali avvezze ad occuparsi di alienazione parentale sono l’avvocato familiarista e lo psicologo che si occupa di dinamiche familiari.
All’avvocato spetta in genere una ‘prima lettura’ del fenomeno.
Infatti, il più delle volte, il genitore separato o separando riferisce il problema al proprio avvocato.
Questi svolge un’attenta analisi, tenendo conto soprattutto dei comportamenti che vengono descritti dal genitore.
Attraverso questa analisi, l’avvocato competente in materia è in grado di dire se vi siano, almeno in apparenza, i cd. sintomi dell’alienazione.
Ma sarà necessario un approfondimento per il quale è competente lo psicologo.
Abbiamo già visto, però, che non sarà possibile condurre il proprio figlio minore dallo psicologo, senza il consenso dell’altro genitore. E allora, l’avvocato potrebbe suggerire al cliente di rivolgersi al giudice. Soltanto il Giudice, infatti, potrà incaricare uno psicologo per la seconda verifica che abbiamo detto.
Cosa si deve chiedere al Giudice per capire se c’è alienazione parentale?
Non basterà chiedere semplicemente al giudice di ordinare che il figlio minore venga condotto da uno psicologo.
Il giudice ha una sua autonomia di valutazione.
Occorrerà, pertanto, che l’avvocato porti all’attenzione del magistrato l’intera vicenda, riferendo in modo e completo di tutti gli elementi utili per comprendere appieno il caso.
Il giudice deciderà se disporre la verifica psicologica richiesta dopo avere valutato tutti gli argomenti sottoposti alla sua attenzione,Il magistrato deve convincersi che tale verifica è necessaria nell’interesse del minore.
La Consulenza tecnica (CTU) per capire se c’è alienazione parentale
Ebbene, stiamo parlando della famosa consulenza tecnica d’ufficio (CTU). Essa è lo strumento principe per lo scopo. Il professionista che verrà nominato dal giudice per svolgere questo accertamento prende il nome di consulente tecnico d’ufficio.
Ciascuno dei due genitori potrà avere un proprio consulente.
Nominare un proprio consulente di fiducia è utile e opportuno. Questi infatti andrà ad affiancare il perito del giudice.
Dovrà, pertanto, trattarsi di un professionista competente.
Avere un consulente di parte servirà anche a monitorare lo svolgimento della consulenza tecnica e ad informare il Tuo avvocato di eventuali questioni che insorgano durante i lavori peritali.
Il giudice, dunque, darà incarico al CTU e gli affiderà un quesito.
Attenzione, però: non troverai un giudice che incarica il perito di accertare puramente e semplicemente se c’è in corso un’alienazione parentale.
E, infatti, la maggior parte dei giudici non vuole nemmeno sentire pronunciare la parola alienazione.
Ma c’è anche un’altra ragione più importante: l’alienazione parentale è una disfunzione del rapporto tra figli e genitori; la peggiore delle disfunzioni, beninteso, ma comunque una disfunzione.
Pertanto, essa non può essere accertata senza osservare i comportamenti di tutti i componenti della famiglia: padre, madre e bambino.
All’esito della consulenza tecnica, potrebbe emergere che l’alienazione esiste.
E’ alquanto improbabile che ci sia scritta proprio questa parola. Quello che conta è la sostanza di ciò che emerge dalle verifiche compiute.
Ciò che conta è che il giudice sarà chiamato ad assumere provvedimenti per favorire la ripresa del rapporto tra Te e Tuo figlio.
Parleremo dei possibili rimedi in un prossimo articolo.
Guarda anche il video sull’argomento!
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