Aggiornato il 29.12.2023
Parlare di affidamento dei figli al padre vuol dire, oggigiorno, parlare di un tema importante e scottante.
Da molti anni i padri rivendicano considerazione del loro ruolo. Essi vogliono legittimamente essere vicini ai loro figli; e avere un ruolo attivo nella crescita dei figli.
Le battaglie portate avanti dalle associazioni dei padri separati hanno favorito la riforma del 2006 con cui è stato introdotto l’affidamento condiviso in Italia.
La riforma non ha, però, risolto tutti i problemi, anzi.
Sono cambiate le parole utilizzate dal giudice nella sentenza di separazione, ma spesso la madre ha continuato a ricevere una posizione privilegiata nei rapporti con i figli; soprattutto se i figli sono piccoli.
Oggi i social sono pieni di gruppi di papà che fanno sentire la loro voce e il loro disappunto per il trattamento che essi ricevono dalla madre dei loro figli.
Tanti poi si chiedono se sia possibile l’affidamento al padre.
Affidamento al padre o affidamento al solo padre?
Ma bisogna, prima di tutto, capirsi bene su questa domanda.
L’affidamento al padre è previsto in tutte le separazioni come regola generale.
Oggi vale, infatti, la regola dell’affidamento condiviso. E questo significa che i figli minori sono affidati sia al padre sia alla madre.
D’altra parte, se ci riferiamo all’affidamento al solo padre, affrontiamo un tema diverso.
In tal caso parliamo di affidamento esclusivo al padre.
Dunque, la domanda corretta è: è possibile oggi che un minore venga affidato soltanto al padre e non alla madre?
In certi casi sì e Vi spiego perchè.
Prima, tuttavia, voglio che sia chiaro questo: una cosa è l’affidamento, altra cosa è la collocazione del figlio, altra cosa ancora sono i tempi in cui i bambini stanno presso un genitore.
Che cos’è in pratica l’affidamento di un figlio
È il diritto-dovere di prendere le decisioni importanti per la vita del figlio minore. E questo al fine di assicurare al proprio figlio una crescita adeguata, tenendo conto delle sue inclinazioni naturali, ed aspirazioni.
Si può parlare anche di responsabilità genitoriale, che è la stessa cosa.
Affidamento condiviso
L’ affidamento condiviso comporta, allora, che ambedue i genitori esercitano questo diritto-dovere. Dunque, i genitori separati o divorziati devono concorrere alle decisioni importanti per la vita del figlio: la scuola, la salute, l’educazione religiosa.
Questo vale anche per i genitori non sposati, che hanno cessato la loro convivenza o che non hanno mai vissuto insieme.
Affidamento condiviso non significa che il bambino deve stare pari tempo con un genitore e con l’altro. Questo è un concetto diverso, denominato collocazione o collocamento.
Con l’affidamento condiviso non c’è un genitore di serie A e non c’è un genitore di serie B; uno che decide e l’altro che può soltanto visitare il figlio. Padre e madre hanno la stessa dignità e importanza nella vita del figlio.
Affidamento esclusivo
Talvolta, in casi rari, un bambino o un adolescente, viene affidato ad uno soltanto dei genitori. In questo caso abbiamo l’affidamento esclusivo, detto anche affidamento monoparentale.
L’affido esclusivo consiste nell’attribuire ad un solo genitore il potere di prendere decisioni per il figlio.
L’ affidamento esclusivo può essere disposto dal giudice soltanto in casi gravi, in presenza di determinate condizioni.
Guarda questo video sull’affidamento esclusivo
Affidamento figli al padre
Nella pratica può accadere che il Giudice affidi il minore al padre in via esclusiva. Ecco, allora, la risposta alla domanda che ci siamo posti all’inizio. È possibile l’affidamento di un minore al solo padre?
Sì, ma soltanto in presenza di precise e gravi condizioni.
Quando può aversi l’affidamento al padre?
Soltanto in presenza di determinate situazioni che rendono impossibile o sconsigliano l’affidamento anche alla madre.
I casi più frequenti sono i seguenti:
- la madre risulta inidonea: questo ovviamente deve risultare da un accertamento approfondito, che il giudice affida ad un esperto di fiducia. Inidonea significa che non possiede adeguate capacità genitoriali. Attenzione, però: il padre non può chiedere una perizia psichiatrica sulla madre. Non è questo. Parliamo di altro, di competenze genitoriali.
Dunque, mi raccomando, non pretendete dal vostro avvocato che chieda al giudice una perizia psichiatrica sulla madre!
Una persona adulta potrebbe non possedere adeguate competenze genitoriali senza perciò essere malato psichico!
Altre volte, le capacità genitoriali hanno solo bisogno di essere migliorate.
Ah, a scanso di equivoci, va detto che quello che sto scrivendo riguardo alla madre vale anche in senso contrario, cioè a carico del padre; - commissione di reati, tra cui rientra anche il caso in cui la madre impedisce il rapporto tra il padre e i figli;
- alienazione parentale e condotte manipolative;
- maltrattamenti, condotta violenta ed aggressiva, posta in essere in presenza del figlio minore (si chiama violenza assistita)
- disinteresse verso il figlio
- inosservanza dei doveri genitoriali, compreso il mancato mantenimento
- allontanamento dalla casa coniugale, rendendosi irreperibile
- trasferimento all’estero o in un’altra città con il figlio senza il consenso del padre
Nei casi qui sopra elencati, comunque, l’affidamento dei figli al padre non è automatico. Non basta, cioè, accusare la madre di una o più di queste condotte.
Il Giudice dovrà svolgere accertamenti approfonditi, e alla fine decidere tenendo conto delle valutazioni dell’esperto o dei Servizi Sociali. A volte, nei casi più complessi, il Giudice incarica sia l’esperto consulente tecnico (uno psicologo o psichiatra) e anche i Servizi Sociali.
L’affidamento al padre significa che la madre non potrà più avere rapporti con il figlio?
Assolutamente no.
Come detto sopra, l’affidamento esclusivo riguarda il potere di fare delle scelte per la vita del figlio.
Questa limitazione, peraltro, non si verifica neppure sempre.
Infatti, la legge prevede che il genitore non affidatario abbia comunque diritto di partecipare alle decisioni più importanti per il figlio.
Soltanto con l’affidamento dei figli super esclusivo si ha l’esclusione assoluta del genitore dalla partecipazione alle decisioni relative ai figli.
E ugualmente nel caso in cui un genitore venga dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale.
Collocazione dei figli presso il padre
Se i figli sono affidati ad un solo genitore, il giudice stabilisce anche che essi vivano con quel genitore e questo è logico.
Il genitore non affidatario terrà, comunque, i figli con sè nei tempi che verranno previsti.
Dunque, dal punto di vista della frequentazione, cioè dello stare insieme, l’ affidamento esclusivo non comporta necessariamente delle limitazioni.
Potremo, pertanto, avere affidamento e collocamento dei figli presso padre e previsione di tempi più o meno ampi in cui i figli stanno a casa della madre.
Ci tengo a precisare che quanto ho scritto qui riguarda pari pari anche il padre.
Dunque, anche la madre potrebbe chiedere l’affidamento esclusivo dei figli, ma soltanto al ricorrere di situazioni gravi, come quelle elencate sopra.
Mi è stato chiesto se l’affidamento al padre può essere chiesto e ottenuto per il tradimento della moglie.
La risposta è: certo che no!
Questo è un retaggio di una vecchia mentalità che confonde le cose.
Un genitore può essere un ottimo genitore anche se si innamora di un’altra persona durante il matrimonio. Certo, sarebbe corretto verso il coniuge prima separarsi e poi avviare una nuova relazione.
Io però non sono un educatore o un sacerdote e dunque posso solo dire che queste cose avvengono molto di frequente. E’ certo, comunque, che il tradimento non incide sull’affidamento die figli!
Altra domanda che mi è stata posta più volte: l’affidamento al padre può essere stabilito soltanto perchè la madre non ha redditi?
Anche qui la risposta d’obbligo è: assolutamente no.
La ragione?
Il mantenimento dei figli spetta ad entrambi i genitori, e dove non arriva uno, deve arrivare l’altro!