L’adozione è e resta un problema estremamente complesso, ma finalmente una donna single adotta una bambina.
Dopo una lunghissima battaglia legale, una donna single di Cagliari è finalmente riuscita ad ottenere l’adozione di una bambina che i servizi sociali le avevano affidato da oltre otto anni, quando la piccola aveva all’incirca tre anni. La madre biologica, infatti, trovandosi in difficoltà si era rivolta ai servizi sociali che avevano provveduto ad affidare temporaneamente la bambina all’altra donna.
La decisione del Tribunale dei Minorenni di Cagliari è arrivata dopo il lungo periodo di affido e di preadozione, entrando a pieno titolo tra le decisioni “storiche” sull’argomento, costituite da davvero pochissimi precedenti, per lo più, oltretutto, legati quasi esclusivamente ad adozioni estere.
Ora, la considerazione che nascer spontanea è la seguente.
Esistono tantissimi bambini in cerca di famiglia e, per contro, tante coppie in attesa di un bimbo. L’iter per arrivare all’adozione procede sempre e comunque a rilento, i futuri genitori si ritrovano sottoposti ad un continuo vaglio attitudinale, esistono liste d’attesa infinite e i parametri di giudizio sono rigidissimi.
Ogni istanza di adozione viene rigidamente valutata, analizzata e passata al setaccio; le coppie vengono classificate in base al loro reddito, alla casa in cui vivono, all’età che hanno, al lavoro, alla disponibilità di tempo da dedicare al bambino, all’affetto che saranno in grado di dare.
Ora è chiaro che tutta la procedura sommariamente descritta poco sopra sia finalizzata alla tutela del minore. Meno chiaro, invece, è perché per assicurare al minore una famiglia adeguata occorrano queste tempistiche a dir poco bibliche, a causa delle quali, peraltro, i bambini rimangono chiusi in orfanotrofio per altri anni.
Tra questi precedenti vi è quello del 2011, attraverso il quale la Cassazione aveva convalidato, seppur in una forma mitigata, l’adozione di una bambina russa da parte di una donna single di Genova, che anni prima era diventata madre della piccola in Russia, seguendo le procedure per l’adozione ivi previste.
Altro caso ancora è quello deciso nel 2013 dal Tribunale dei Minori di Bologna che riconobbe e certificò la validità – anche nello Stato italiano – dell’adozione di una bambina che una donna single aveva fatto quando risiedeva negli Stati Uniti. In quella sentenza i giudici scrissero, tra l’altro, che l’adozione da parte di coppie regolarmente coniugate è sicuramente preferita dalla legge italiana, ma “ciò non esclude che, come purtroppo può avvenire anche nel corso di normali sviluppi della vita, si possa riconoscere in casi particolari la possibilità di creare un legame adottivo con una sola figura genitoriale“.
Sembra, dunque, che l’orientamento giurisprudenziale più recente si sia gradualmente mosso verso la possibilità di adozione anche per le persone single.
Ma tale conquista dovrà essere affiancata da un’altra, non meno importante: snellire le procedure per l’adozione – che, come sopra detto, prevedono tempistiche a dir poco bibliche – assicurando ai futuri figli e ai futuri genitori la possibilità di intraprendere quanto prima possibile il loro percorso di vita familiare insieme.