E’ atteso per l’autunno prossimo il Codice Deontologico Medico 2013, o meglio l’ultimo aggiornamento del Nuovo Codice Deontologico del 2007.
E perchè mai i medici sono tornati a riflettere sulle regole di condotta da tenere?
La risposta è abbastanza intuitiva.
La professione medica è sotto i riflettori, specie per l’estendersi delle domande di risarcimento da errore medico cui fa da contraltare il fenomeno della cd. medicina difensiva, ma più in generale per la nuova concezione del rapporto tra medico e paziente che va diffondendosi.
Al centro della bozza 2013 vi è per l’appunto un cambiamento terminologico: non si parlerà più, infatti, di “paziente” ma di “assistito“. E dato che le parole sono essenziali ad identificare una realtà, questo cambiamento è destinato a segnare un giro di boa.
Già si contano opinioni opposte circa l’opportunità o meno della novità lessicale, ma è evidente che la nuova terminologia è ben significativa della importante evoluzione che si sta registrando nel rapporto tra i due protagonisti della relazione sanitaria.
Paziente infatti indica qualcuno che sopporta (la malattia o le cure mediche), comunque qualcuno che si trova in una posizione passiva, destinatario di azioni altrui.
“Assistito” sposta invece l’asse della bilancia dalla passività verso la partecipazione, e dunque rappresenta un termine più al passo con i tempi: informazione, consenso consapevole ed informato, dialogo empatico, e via dicendo stonano alquanto con il termine “paziente”.
Non è detto, d’altra parte, che il sostantivo prescelto “assistito” sia il migliore che si potesse scegliere, dato che anche chi è assistito si trova, tutto sommato, in una condizione subalterna, di destinatario cioè delle iniziative altrui.
Perchè, allora, non optare per “beneficiario” ? Beneficiario delle cure mediche, per l’appunto, del dialogo empatico, delle informazioni volte a garantire un consenso alle cure che possa dirsi veramente informato. Beneficiario dei servizi di diagnosi e cura cui si possa accedere presso la struttura ospedaliera o la casa di cura privata, e via dicendo.
Beneficiario e chi beneficia di qualcosa, infatti.
Scelta ardua, prematura? Può darsi, eppure la nuova realtà dell’Amministrazione di sostegno ha mostrato, in questi dieci anni, la propria adeguatezza, con l’azzeccata espressione di “beneficiario dell’Ads”.
Resta il fatto che porsi il problema e proporre una soluzione è già un passo in avanti. Prepariamoci, dunque, a questo cambiamento epocale, e attendiamo pazienti il Nuovo Codice rivisto e aggiornato.