Maggiorenne interdetta dal tribunale per i minorenni

Scritto il 27 Giugno 2008 in Amministrazione di Sostegno Dc-Interdizione e Inabilitazione

Sebbene l’interdizione abbia imboccato da qualche tempo a questa parte il viale del tramonto, sebbene, poi, questa circostanza sia nota a tutti e tale destino auspicato dai più, si registrano – ancora oggi – presso talune sedi giudiziarie, posizioni riluttanti ad accogliere il nuovo corso.

L’ultimo esempio di cui ci informano le cronache giudiziarie riguarda una minorenne, caduta tra le grinfe del tribunale per i minorenni, e da questo dichiarata interdetta dopo che già aveva compiuto i diciotto anni: oltre al danno la beffa, insomma!

Dalla sentenza d’appello, che qui riportiamo, e che fortunatamente (oltrechè doverosamente) ha riformato la prima aberrante decisione, non è possibile trarre le motivazioni su cui questa pretendeva di poggiare; e, tutto sommato, per quanto sarebbe oltremodo interessante conoscerle, è forse preferibile così (per non restare troppo sconcertati).

Sta di fatto che vuoi per leggerezza, vuoi per pigrizia o vuoi, ancora – e sarebbe il peggiore dei casi – per attaccamento ad una cultura della protezione anacronistica e mortificatoria, nel novembre 2007, a Bologna, in via del Pratello, è stato partorito questo singolare provvedimento: una ragazzina di origine albanese, all’epoca della decisione diciottenne, veniva dichiarata interdetta.
Occorre anche dire che, già all’epoca, il tribunale ordinario di Bologna aveva mostrato la propria idiosincrasia verso il vecchio istituto, e qui lascio a chi legge ogni possibile considerazione.

Un attento e scrupoloso pubblico ministero, tuttavia (bisognerebbe fargli un monumento !), accortosi della maldestra iniziativa, impugnava la decisione e la corte d’ appello – altrettanto provvidenzialmente – la dichiarava nulla, stante l’incompetenza del tribunale per i minorenni a pronunciare l’interdizione di una persona maggiorenne.

Dato il rilievo assorbente di tale motivazione, il giudice del gravame non si sofferma su altre considerazioni! E basti questo. Ma – domanda – è poi vero che i giudici possono anche sbagliare, nel senso che se sbagliano, vanno pur compresi? Anche quando c’è di mezzo la dignità e la vita futura di una giovane di diciotto anni?