Alla riscossione del risarcimento e all’impiego della somma provveda l’Ads

Scritto il 04 Ottobre 2007 in Amministrazione di Sostegno DC-Amministratore di sostegno (compiti)

Il ricorrente è un malato psichico, affetto da scompensi deliranti di tipo paranoide, inserito stabilmente in una struttura protetta; tra non molto dovrebbe venire liquidata in suo favore una cifra abbastanza consistente (130.000,00 euro) a titolo di risarcimento da ingiusta detenzione e lui si rende conto di non potercela fare da solo: non a riscuotere quella somma, né a gestirne i successivi impieghi. L’uomo, inoltre, è comproprietario con la sorella e con la madre anziana di un immobile sfitto.

Dovrà, allora, presentare la dichiarazione dei redditi, assolvere a tutta una serie di adempimenti fiscali, curare il proprio conto/corrente.
Insomma, per lui la vita quotidiana è davvero troppo complessa, e chiede aiuto al giudice tutelare, il quale prontamente nomina un avvocato ad amministratore di sostegno a tempo determinato.

Significativa, nel decreto, la serie di atti demandati alla rappresentanza dell’amministratore, tra cui spiccano – rispetto alle ormai consolidate attribuzioni proprie del vicario (quali la gestione del conto, la riscossione di somme, il reimpiego delle stesse) – funzioni di iniziativa (l’amministratore dovrà accelerare la riscossione dell’indennizzo per il beneficiario), e altresì di valutazione e impulso (si veda la segnalazione da farsi al giudice riguardo ai più opportuni investimenti e alla somma mensile da destinare alle necessità di vita del beneficiario, e, altresì, all’indicazione dell’eventuale somma da destinare alla libera disponibilità della persona).

Un provvedimento aperto, dunque, destinato a plasmarsi e riplasmarsi sulla scorta degli input del vicario.

 

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