Non è per vantarmi, ma – a oltre cinque anni dal debutto della riforma – di provvedimenti in materia di AdS me ne sono passati tra le mani! Taluni più premurosi di altri, più attenti cioè alla sorte del beneficiario, alle sue aspirazioni esistenziali; altri dall’impostazione un po’ standardizzata, magari perché l’urgenza di provvedere, il carico dell’ufficio, e/o la natura stessa dell’oggetto da presidiare era tale da giustificare un provvedimento dall’impronta più “a stampone”. Quasi tutti, comunque, sufficientemente accurati e consapevoli dello spirito della riforma.
Mai come questa volta, però (se la memoria non mi inganna), mi sono commossa davanti ad un provvedimento del genere; e, dunque non posso fare altro che rinviare alla lettura.
A volte, dunque, potrebbero bastare una piccola autovettura e un posto auto, per offrire a chi ha avuto una vita poco fortunata, uno “scampolo di felicità”.
Ma, se non ha la patente, che se ne fa di una macchina quello sventurato? Certo, l’obiezione è fin troppo scontata. Nessuno tra i “normali”, in effetti, deciderebbe di acquistare un’auto senza essere dotato di patente.
Ma per Luigi, ricoverato da una vita in istituti psichiatrici, senza oramai più affetti (i due fratelli, celibi pure loro, sono morti), per lui che colleziona le foto della Yaris, ritagliandole dai giornali, la felicità può ben essere accomodarsi nella propria piccola auto, osservarla, accarezzarla, accendere lo stereo, fantasticare, sognare le mille miglia, le corse al circuito di Imola, le passeggiate con gli amici, e forse – direi – anche più che uno scampolo di felicità.