Dal decreto del G.T. Trieste, 3 luglio 2009:
“l sig X ha espresso in modo chiaro e forte la volontà di non subire interventi che comportino la trasfusione di sangue completo (in tutta le forme analiticamente da lui descritte), né trattamenti, come la ventilazione e l’alimentazione artificiale, che comportino un artificiale prolungamento della vita.
La volontà chiaramente espressa dal sig X, pone i familiari, in particolare la moglie, che, per la comunione di interessi e di convinzioni, egli ha designato come amministratore di sostegno, nella posizione di assumere, in caso di incapacità del marito, decisioni di ordine sanitario che siano coerenti con la volontà di quest’ultimo.
Tali decisioni possono in concreto comportare un dissenso scritto alla trasfusione di sangue, alla tracheotomizzazione o all’applicazione di una PEG
Il signor X ha scritto che egli non cerca la morte, che considera la vita un dono, che è contrario all’eutanasia come volontaria soppressione della vita, ma desidera semplicemente che la natura segua il suo corso naturale e che questo corso non venga interrotto da interventi artificiali della scienza e della tecnologia”.