Si è visto qualche tempo fa, con il paradigmatico provvedimento modenese del 5 novembre 2008 (in GD, 2009, f. 11, 35 ss.), che l’Amministrazione di sostegno continua a far parlare di sé, mostrando nuovi e fino ad oggi inediti risvolti applicativi; una conferma ulteriore proviene da questo provvedimento calabrese.
Questa volta la novità consiste nel presidio – realizzato, appunto, con l’attivazione dell’Ads – di interessi apparentemente contrapposti e facenti capo a soggetti diversi: da un lato, l’interesse del beneficiario, secondo il paradigma classico dell’istituto, dall’ altro – ecco il fronte applicativo inaugurato – le aspettative di salvaguardia degli stretti congiunti, messi a repentaglio proprio dalla condizione di difficoltà in cui l’amministrando versa, e dalle condotte conseguentemente tenute.
L’ intreccio tra la mission propria dell’ Ads – quella, per intenderci, di offrire ausilio gestionale a chi risulta privo in tutto o in parte di autonomia – e le dinamiche negative sviluppatesi all’interno del nucleo familiare si coglie, del resto, fin dai primi passaggi del decreto in commento, con un risalto particolare riservato proprio alle problematiche relazionali rappresentate al giudice, da parte della moglie – ricorrente.