E’ proprio questo il fulcro del ragionamento e la conclusione raggiunta da questo scrupoloso provvedimento modenese, ovvero: il desiderio di vivere a proprio modo, dedicandosi ai piaceri della vita, magari disperdendo il proprio patrimonio, non legittima la persona a rifiutare la nomina, nel proprio interesse, di un amministratore di sostegno.
Si oppongono all’ammissibilità di tale rifiuto la considerazione delle responsabilità che la persona ha assunto nel momento in cui ha deciso di procreare e ha messo al mondo dei figli.
Ma vale la pena leggerlo questo sapiente e fulgido provvedimento.
Una sola nota critica: perchè mai, la soluzione avrebbe potuto essere diversa se la persona fosse stata sola al mondo?
La dispersione del proprio patrimonio, in tal caso, non andrebbe comunque a pesare sulla collettività che dovrebbe farsi carico, un giorno, dell’assistenza e accudimento della persona ?