La famiglia di fatto nella giurisprudenza costituzionale

Scritto il 30 Dicembre 2008 in Dc-Rapporti tra conviventi

Come scriveva Guarino in una delle sue prime opere (“Lo scioglimento delle Assemblee parlamentari”, Napoli, 1948, 256) «…fatto e diritto sono inscindibilmente legati, nascono, per così dire, in simbiosi. La norma è la presa di posizione del soggetto che comanda di fronte ad un rapporto sociale ed è essa stessa volontà di un rapporto sociale.

La norma giuridica, perciò non ha vita meta empirica, ma nasce vive e opera per gli uomini. Essa si interpreta in termini di realtà sociale: la sua ratio non è altro che la realtà sociale come voluta dalla norma, in contrapposto a quella che vorrebbe se la norma non ci fosse, e la sua conoscenza, di conseguenza, presuppone già la conoscenza del fatto nella sua struttura: per sapere come va modificata, è necessario prima conoscere la realtà sociale come è…».

Questo metodo di lavoro dovrebbe ispirare il legislatore nello svolgimento della sua funzione regolatrice, soprattutto in materie socialmente rilevanti ed eticamente sensibili.

Il tema della regolamentazione della famiglia di fatto è uno di questi ambiti: se è vero che la famiglia italiana, nel corso di questi ultimi trent’anni, è molto cambiata nelle sue dinamiche e si è strutturalmente trasformata, è utile analizzare l’ evoluzione che tale istituto ha subito nell’ambito della giurisprudenza della Corte Costituzionale. (Stefano Rossi)

 

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