Sono in tanti a chiedersi quando essa l’assegno divorzile. E si tratta di mariti gravati da questo obbligo di cui non sanno farsi una ragione, dato che il loro matrimonio è sciolto a tutti gli effetti, non esiste più. Ma si tratta anche di ex mogli, preoccupate di perdere quel sostegno economico di cui sentono il bisogno.
Vediamo, allora, di rispondere a questa domanda, dando le indicazioni fondamentali.
Leggi anche le nuove regole sull’assegno di divorzio.
Siamo chiari find a subito. Qualcuno pensa che l’assegno di divorzio, una volta ottenuto, sia per sempre?
Ebbene, le cose non stanno esattamente così.
Vi sono, infatti, dei casi in cui l’ex coniuge che riceve l’assegno divorzile perde questo diritto e l’altro ex coniuge si ritrova liberato dall’obbligo di versarlo.
Quali sono questi casi in cui cessa l’assegno divorzile?
Ne ho individuati cinque più un sesto che era tale fino a pochi mesi fa ma oggi non vale più perché le Sezioni Unite della Cassazione hanno cambiato le regole.
I caso. Nuove nozze dell’avente diritto all’assegno
Il diritto all’assegno divorzile viene meno se e quando chi lo riceve si risposa.
In questo caso l’estinzione è automatica, non occorre cioè alcun provvedimento del giudice per autorizzare la sospensione del pagamento da parte dell’ex coniuge obbligato.
II caso. Convivenza con un partner
L’assegno divorzile cessa nel caso in cui il ricevente conviva con il proprio partner.
Ma deve trattarsi di convivenza stabile e duratura, insomma equiparabile ad una convivenza matrimoniale.
All’inizio della convivenza, dunque, non si corre il rischio di perdere l’assegno divorzile perché il rapporto non può ancora dirsi stabile e duraturo.
Il rischio di vedere sfumare il diritto all’assegno cresce via via con il tempo. Non c’è però un tempo preciso. Questo non è stabilito dalla legge.
Spetta al giudice valutarlo tenendo conto delle circostanze del caso concreto.
Questa causa di cessazione dell’assegno divorzile – ovvero la convivenza stabile duratura – deve essere accertata dal giudice.
Pertanto, l’ex coniuge che corrisponde l’assegno potrà ottenere la revoca del proprio obbligo dimostrando che la convivenza dell’altro è in corso ininterrottamente da un tempo significativo. Attenzione, però. Questo orientamento potrebbe mutare in parte nei prossimi mesi.
Le Sezioni Unite della Cassazione dovranno, infatti, decidere se in determinati casi di convivenza l’assegno divorzile possa essere mantenuto, al limite per un importo inferiore.
Con sentenza del 5.11.2021 le Sezioni Unite hanno modificato tale orientamento. Vai a questo articolo.
III caso. Rinuncia all’assegno divorzile
E ancora l’assegno divorzile cessa quando l’avente diritto vi rinuncia. Impossibile? Per niente affatto.
La rinuncia potrebbe essere conveniente, come quando l’assegno di divorzio venga sostituito dal ricevimento di una somma più elevata in sostituzione, che prende il nome di liquidazione una tantum.
IV caso in cui cessa l’assegno divorzile. Decesso del ricevente o dell’obbligato
Il diritto all’assegno divorzile si estingue poi quando il coniuge che vi ha diritto o l’ex coniuge che lo paga lascia questo mondo.
L’obbligo di corrispondere l’assegno divorzile, infatti, è strettamente personale e non si trasmette agli eredi!
Basti pensare, del resto, che la morte estingue il legame matrimoniale.
Se l’evento morte riguarda l’ex coniuge obbligato al pagamento, l’avente diritto potrebbe ottenere un assegno a carico dell’eredità, ma soltanto se si trovi in stato di bisogno, cioè senza nulla di che vivere.
V caso. Mutamento delle condizioni economiche
Il diritto all’assegno di divorzio si perde se mutano in modo significativo le condizioni economiche di uno o di entrambi gli ex coniugi; per esempio, se chi lo riceve migliora consistentemente il proprio reddito, o se, all’opposto, l’obbligato vede ridotto sostanzialmente il proprio.
VI caso (ma non c’è più). Annullamento del matrimonio da parte del Tribunale ecclesiastico
Infine, il diritto all’assegno di divorzio si perdeva nel caso in cui il matrimonio fosse annullato dal tribunale ecclesiastico e la relativa sentenza fosse anteriore rispetto alla sentenza civile che attribuiva l’assegno divorzile. Nel marzo 2021 le Sezioni Unite hanno risolto un contrasto che era nato tra le diverse sezioni della Cassazione. E ha deciso che quanto sopra non vale più. In altri termini, la sentenza ecclesiastica che annulla il matrimonio non impedisce al giudice del divorzio di stabilire un assegno divorzile.
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