Mantenimento figli maggiorenni: quando finisce?

mantenimento dei figli maggiorenni
Scritto il 19 Febbraio 2021 in Diritto di Famiglia

Il mantenimento dei figli maggiorenni è una questione che dà filo da torcere a tutti: genitori, avvocati, giudici.
Non è mai esistita una regola chiara per capire fino a quando il figlio maggiorenne ha diritto ad essere mantenuto dai genitori. E questo è alla base del grande numero di cause tra genitori separati e divorziati.
Ho deciso di scrivere sull’argomento del mantenimento del figlio maggiorenne perché recentemente la Cassazione ha dettato regole nuove!

Vi parlerò, nell’ordine, dei seguenti argomenti:
-mantenimento dei figli maggiorenni fino al 2020
– mantenimento figli maggiorenni oggi
– obbligo di mantenimento figli maggiorenni che frequentano l’Università
– mantenere il figlio maggiorenne con lavoro precario o con lavoro a tempo determinato
– mantenimento del figlio maggiorenne invalido

Mantenimento figli maggiorenni fino al 2020

Vediamo in primo luogo come funzionava l’obbligo di mantenimento verso i figli maggiorenni fino a metà del 2020. Mi riferisco alla metà dell’anno scorso perché è quello il momento in cui la Cassazione ha cambiato le regole sull’obbligo di mantenimento del figlio maggiorenne. Quelle regole valevano da decenni.
In breve, funzionava così: non c’era un’età oltre la quale cessava l’obbligo di mantenimento dei genitori. In altre parole, il genitore separato o divorziato non convivente con il figlio doveva continuare a corrispondere l’assegno di mantenimento all’altro genitore anche dopo che il figlio aveva compiuto i 18 anni.
Il diciottesimo compleanno del figlio non modificava le regole stabilite precedentemente nella separazione o nel divorzio.

Il genitore obbligato a corrispondere l’assegno poteva ottenere l’esonero da tale obbligo purchè  dimostrasse:

  • che il figlio era diventato economicamente autonomo,
  • oppure che il figlio non era diventato autonomo per sua colpa

Il figlio, per esempio, aveva:

  • rifiutato un lavoro a lui consono;
  • ritardato il conseguimento della laurea prendendosela comoda e non sostenendo gli esami;
  • raggiunto una ‘veneranda età’ senza darsi da fare per trovare un’occupazione lavorativa;
  • abbandonato il lavoro senza una valida motivazione.

Non era certo facile dare questa prova e neanche per il Giudice era semplice decidere. Questo perché ogni caso doveva essere valutato concretamente, tenendo conto di tutti gli aspetti.
Ad ogni modo, il più delle volte, l’obbligo di mantenere i figli proseguiva anche per molti anni dopo il 18°. Tanto che si era cominciato a parlare die ‘figli bamboccioni’, per dire quelli che approfittavano di questa situazione.

 

Mantenimento figli maggiorenni oggi

E veniamo alle nuove regole, letteralmente capovolte.
Adesso, in linea di principio, l’obbligo di mantenimento della prole cessa con la maggiore età del figlio. Parola della Cassazione (sentenza n. 17183 del 14.08.2020).
Si tratta di una sentenza molto interessante e anche scritta in modo chiaro. Quindi, magari leggetela.
La Cassazione insiste molto sul principio dell’ autoresponsabilità; mette a confronto la situazione attuale del mercato del lavoro con quella di un tempo, quando un figlio diventava autonomo se e quando reperiva un lavoro confacente alla professionalità acquisita. L’età più o meno adulta non contava. Oggi, al contrario, deve darsi importanza all’età!
I giovani devono attivarsi nella ricerca di un lavoro che consenta loro di sostenersi, in attesa di trovare il lavoro desiderato.
La Cassazione dice un ‘no’ chiaro e netto ad ogni automatismo e ad un sistema controproducente di assistenzialismo.
Con la maggiore età, una persona diviene in grado di autodeterminarsi; a ciò deve corrispondere il venir meno dell’obbligo di mantenimento a carico dei genitori.

Questa regola così ferrea viene, però, mitigata.
Occorre dare al giovane l’opportunità di godere di un lasso di tempo per inserirsi nel lavoro; occorre consentirgli, allora, di completare gli studi prescelti e, completati questi, dargli ancora un lasso di tempo per trovare un lavoro.
A quel punto, però, il figlio non potrà pretendere di essere mantenuto fino a quando non avrà trovato il lavoro desiderato; dovrà darsi da fare per trovare un lavoro.

Il Giudice può prevedere che il mantenimento prosegua dopo il 18° anno se il richiedente dimostra la mancanza di indipendenza economica e di avere fatto il possibile per trovare un’occupazione lavorativa.
Se l’assegno viene chiesto dal figlio direttamente, allora, spetta al figlio dare la prova di ciò.
Se, invece, è il genitore convivente con il figlio a chiederlo, allora la prova deve darla il genitore.

 

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In concreto cosa deve essere dimostrato per ottenere l’assegno?

  • di essere in una condizione di menomazione o debolezza personale (per esempio una malattia)
  • di andare molto bene a scuola con l’aspettativa di proseguire gli studi universitari
  • che gli studi sono terminati da poco e non c’è ancora stato tempo sufficiente per reperire un lavoro;
  • la mancanza di un qualsiasi lavoro nonostante tutti gli sforzi compiuti per trovarlo.

 

Obbligo di mantenimento figli maggiorenni che frequentano l’Università

Cosa cambia, dunque, per i figli che frequentano l’Università?
Non cambia tutto, ma cambia abbastanza.
La risposta dipende dal criterio del merito.
Se cioè il giovane frequenta con profitto l’Università, il genitore dovrà continuare a mantenerlo, fino al completamento del corso di laurea e anche fino ad un po’ di tempo dopo.
Ma se il figlio si iscrive all’Università superando soltanto qualche esame, e andando fuori corso, allora egli corre il serio rischio di perdere il diritto al mantenimento.
Questo rischio sarà ancora più elevato se egli vivrà lontano dalla casa familiare rientrandovi di tanto in tanto come fosse un ospite. La Cassazione del 2020 ha precisato anche questo.

 

Mantenimento del figlio maggiorenne con lavoro precario o con lavoro a tempo determinato.

Si tratta di due situazioni diverse.
Se il giovane, una volta completati gli studi, trova un lavoro del tutto precario, sarà rischioso per il genitore chiedere al Giudice l’esonero dall’obbligo di mantenerlo.
Facciamo il caso di un ragazzo diciottenne che trova lavoro come rider (i ciclo fattorini che consegnano pasti o merce a domicilio), o un lavoro come promoter in fiera.
Il lavoro con contratto a tempo determinato non è, invece, di per sé un lavoro precario. Pertanto, bisogna distinguere. Sappiamo bene quanto siano rari, oggigiorno, i contratti a tempo indeterminato.

 

Mantenimento del figlio maggiorenne invalido

Per il figlio maggiorenne portatore di una disabilità le regole, in realtà, sono sempre le stesse. E non potrebbe essere altrimenti.
Occorre vedere che tipo di gravità presenta l’invalidità che lo affligge. Tuttavia, è logico e giusto che egli debba continuare ad essere mantenuto in tutto o in parte, qualora egli non abbia accesso a forme di occupazione lavorativa protette.
Ciò detto, il mio consiglio per i genitori separati o divorziati che vorrebbero ottenere l’esonero dall’obbligo di concorrere al mantenimento dei figli ormai grandi è quello di richiedere una valutazione del caso specifico ad un avvocato competente.
Mai sospendere il versamento dell’assegno per il fatto che si è convinti che non  sia dovuto!
Occorre essere certi che di questo, ed essere certi significa che l’avvocato familiarista ha valutato il caso concreto, indicando la seria possibilità che il Giudice accolga la domanda.

Dunque, attenzione!
Chi, dopo aver letto questo articolo, decidesse di poter sospendere il versamento dell’assegno, lo farebbe a proprio rischio e pericolo….